Pompìa, Presidio Slow Food della Sardegna
“L’albero sembra un arancio, ma i rami sono molto spinosi”, mentre “i frutti sono stranissimi, grandi come e più di un pompelmo – possono pesare anche 700 grammi – di colore giallo intenso e con la buccia spessa, granulosa, anzi si può dire bitorzoluta, costoluta”: trasmette bene Slow Food la curiosità destata dalla Pompìa che da oltre due secoli “cresce soltanto in Sardegna, in un’area della Baronia che gravita intorno al comune di Siniscola”, in provincia di Nuoro.
Un frutto impossibile da mangiare così com’è: al Salone del Gusto di Torino lo hanno proposto in forma candita, attraverso un lungo processo di preparazione che porta la pompìa a effondere una dolcezza selvaggia spiazzante.
Nel suo territorio di origine, “della pompìa si usa solo la scorza per fare liquori, oppure la parte bianca sotto la scorza per fare le aranzate e una specie di canditi casalinghi: la polpa, e quindi il succo, sono troppo acidi, molto di più del limone”, “impensabile quindi il consumo fresco, a spicchi, o sotto forma di spremute”.
E’ Claudio Secchi a mostrarci questo agrume e parlerci delle sue caratteristiche.
Info: www.fondazioneslowfood.it