Tutti all’Expo, da Eataly a Identità
Grandi manovre, Eataly, eccellenze e marchi ad Expo.
Un Nutella Concept Bar, la pizza di Rossopomodoro, la piadineria dei fratelli Maioli, le bollicine Ferrari.
Anche 20 ristoranti regionali in un’area coperta di 12 mila metri quadri separati da un hortus di altri 4 mila.
Uno spazio di 16 mila metri quadri con 1.500 posti a sedere a metà del Decumano. Due edifici, ristoranti a vista con chef a rotazione mensile, osterie e stellati, Slow Food e show cooking, 80 nuovi piatti ogni mese e cento bottiglie. Un self-service di lusso. Biodiversità alimentare e arte (Vittorio Sgarbi, Il tesoro d’Italia), un progetto degli studenti dell’università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, un’installazione della regista Alice Rohrwacher e il verbo di Alessandro Baricco.
Oscar Farinetti gioca in casa, vecchio Piemonte, con chi ha voluto o potuto investire, qualche famiglia della nuova società che lo affianca. Trattative dure con cuochi e chef: paga poco.
Identità Golose è l’altro brand forte, con i 200 chef del temporary restaurant a Identità Expo, apre Massimo Bottura, per declinare e capire significante e significato del cibo. Paolo Marchi lo ha raccontato, con Carlo Cracco e Davide Oldani. “Per sei mesi ci saranno lezioni, appuntamenti, showcooking e conferenze, con 450 eventi dedicati alla cultura del cibo”.
I temi: Giovani, Vino, Pane e Pizza, Identità naturali, Identità Milano, Identità Pasta e Identità di Libri.
Il cibo sembra l’unica proposta articolata di questa vigilia, dentro e fuori Expo. Non a caso, in prima linea ci sono Eataly e Identità, due piattaforme che negli ultimi anni, su piani diversi, hanno fatto sistema partendo dalle idee, condivisibili o non.
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 3 aprile 2015.