Vinosanto affumicato dell’Alta Valle del Tevere, Presidio Slow Food
E’ uno dei vini più rari ed esclusivi d’Italia, tanto che se volete provarlo, dovete recarvi personalmente da chi lo produce.
Anche se la tradizione del vin santo è diffusa appartiene in tutte le aree vitivinicole di Toscana e Umbria, qui nell’alta Valtiberina, intorno a Città di Castello, “nei secoli le famiglie hanno elaborato una tecnica che ha reso unico e originale questo prodotto: l’appassimento dei grappoli o coppiole (grappoli appesi uniti a due a due) è fatto in locali ricchi di fumo, per la presenza di camini e stufe, e questo dona una nota affumicata al prodotto finale; storicamente tutte le famiglie della zona appendevano i grappoli alle travi del soffitto, in cucina, permettendo al fumo del camino di salire e permeare gli acini, ma nell’Ottocento questa tradizione si è intrecciata con l’attività in ascesa dell’epoca, la produzione del tabacco”, poiché “nei locali costruiti per stendere ad asciugare le foglie di tabacco, i produttori di vino sistemavano anche i grappoli, esponendoli al fuoco e al fumo delle grandi stufe a legna”.
Ottenuto da uve Trebbiano, Malvasia ma Anche Grechetto, Cannaiolo, Vernaccia e San Colombano, ha un gusto leggermente torbato che lo rendono davvero unico nel panorama enologico nostrano.
Ce ne parla Claudio Ceccarelli.
Info: www.fondazioneslowfood.it