I Temporary dentro e fuori Expo
Temporary. Expo e Fuori.
Prima guida istituzionale. Due le piattaforme nel sito dell’Esposizione. Quella di Identità Golose, due piani, 150 coperti e una terrazza, 200 chef scelti da Paolo Marchi, italiani e internazionali, filosofia S. Pellegrino corretta grappa.
Cene a quattro mani interforze. Quattro portate e antipasto a 75 euro, ha aperto con le sue creazioni uniche, senza spreco, Massimo Bottura. Lunedì e martedì, menù dello chef Andrea Ribaldone che ha creato gli spaghetti con ragù di ossobuco mantecati con il riso allo zafferano.
La più democratica è sicuramente quella di Eataly, 16mila metri quadri, venti ristoranti, a maggio Viviana Varese di Alice, menu creativi di territorio, chef emergenti e noti, un viaggio nelle regioni del cibo e del vino.
Fuori. Il più esclusivo e spettacolare è il Priceless Mastercard di Piazza Scala, sospeso sui tetti di Palazzo Beltrame, con i turni settimanali di 35 chef italiani e stranieri della JRE (Jeunes Restaurateurs d’Europe), la proiezione di The Cube ma tanta sostanza. Lo chef Antonello Colonna apre e organizza la brigata, 250 euro.
Fuori porta, Good Food in Good Expo con l’associazione Martino e Carlo Cracco nell’ex convento dell’Annunciata di Abbiategrasso, 12 giovani chef emergenti, il prodotto, il piatto, il racconto (la futura scuola laboratorio di cucina).
Street food d’autore all’Expo con il chiosco di Davide Oldani, panettone riso e zafferano, il food truck creativo di Felice Lo Basso dell’Unico.
Nel Padiglione del Biologico, la pizza gourmet di Berberè (in centro, Corsia dei Servi, quella con i presidi Slow Food di Sorbillo).
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 3 maggio 2015.