La gastronomia della Tunisia: non solo cous cous
La gastronomia della Tunisia nell’immaginario è legata unicamente al successo planetario del cous cous, inventato dalle popolazioni berbere dei territori del Nordafrica che comprendono anche l’area tunisina.
Non a caso il locale di ristorazione della Tunisia a Expo, collocato nel vitalissimo cluster Bio Mediterraneo, si chiamava proprio Couscous Bar.
E di cuscus (la grafia varia continuamente nei loro menu) ce ne sono tanti: alle verdure, al pollo, con carne grigliata.
Come il Riso Djerba che prende il nome da Gerba, la più grande isola nord-africana che guarda verso le spiagge della Tunisia: aromatico, compatto, “è cotto per due ore e mezzo al vapore con spinaci, cipolle, aglio, cavolo fresco, ceci e carne di tacchino” come ci svela l’amabile cuoco Hamadi Jouini in un italiano sicuro ed esotico.
Ci sono Kefta, morbidissima e speziata polpetta tunisina con spinaci, aglio, patata e formaggio; Tajine, squisito tortino con verdura e ricotta; quindi Brik, una bontà pazzesca, sorta di panzerotto salato, ripieno di uovo, tonno e capperi, irrinunciabile.
A illustrarci queste ricette tipiche della cucina tunisina è proprio lo chef Hamadi Jouini.
Tra i dolci, il Bouza, divina crema di latte con aroma di acqua di rosa e nocciola tritata amalgamata, con sopra della polvere di pistacchio.
Zuccherosità esasperata invece per gli altri dolci, come i datteri spaccati e farciti con pasta di mandorla, fratelli del cannolino di pasta di mandorla che avvolge un dattero.
Più equilibrati i biscotti di pasta di mandorla e pistacchio.
Anche in questo, abbiamo chiesto ad Hamadi Jouini di raccontarci le peculiarità di queste specialità.
Assente l’alcol, si pasteggia con i loro tè verdi aromatizzati: ottimi sia quello alla mandorla che l’altro ai pinoli, capaci di sposarsi perfettamente con le pietanze, rinfrescando il palato e profumando ogni boccone.
Info: www.expo2015.org