La cucina della Slovacchia, grande sorpresa gastronomica
Ha stupito tutti per varietà e golosità, il ristorante della Slovacchia a Expo, scatenando il passaparola e portando alla crescita esponenziale degli avventori.
Chi immagina una cucina simile a quella della Repubblica Ceca con cui un tempo era unita, si sbaglia di grosso: tanto quella è incentrata sulla cacciagione, quanto questa è varia per ingredienti e modalità di preparazione. Unico punto di contatto, l’immancabile gulash.
L’apertura è affidata agli antipasti freddi, costituiti da panini slovacchi (3 Euro). Sapido e selvatico il panino con spalmabile di bryndza, formaggio morbido, sormontato da una scheggia di altro formaggio di pecora. Ha invece sentori animali molto golosi lo spalmabile di salsiccia.
Antipasto caldo, l’ottima tipica Salsiccia di Trenčin al forno (8 Euro): speziata e piccante, ha una bella consistenza, merito del taglio grosso della carne, il quale la pone come via di mezzo tra la salsiccia italiana e il wurstel. E’ servita con rafano e senape, da usare con cautela, vista la loro potenza. Ottimo il pane di accompagnamento.
Si prosegue con le minestre, eccezionali.
Hubovà biela polievka (8 Euro) è una strepitosa minestra bianca di funghi (molto usati nella cucina slovacca) leggermente aspra che contiene anche patate e uova: magnifico il suo registro dolce-acido, davvero indimenticabile.
Più densa la Prìvarky (8 Euro), “prìvarok di lenticchie con delle palline di carne e paprica rossa”, un trionfo di agrodolce spruzzato di croccantezza, insaporito da uova, alloro e spezie nere.
Imperdibili i due formati di pasta slovacca per eccellenza che rappresentano i piatti nazionali.
Halušky di bryndza (12 Euro), conditi con un formaggio di pecora che dà uno splendido gusto dolce, simile alla ricotta: da impazzire l’aggiunta di pancetta fritta croccantissima.
Altra pasta identitaria, gli Strapačky (12 Euro), simili agli Halušky, ma conditi con salsiccia, cavoletto aspro e cipolla fritta: pura ghiottoneria, giocata sul sapido e il croccante.
La coscia di anatra all’arrosto (16 Euro), piatto unico, ha la carne che risulta un po’ secca, mentre sono deliziose le lokše fatte in casa, frittelle con impasto di patate davvero buone. Eccellente il contorno di cavoletti rossi, grazie al contributo aromatico del cumino.
Il dolce imprescindibile è il tradizionale Trdenlnik (5 Euro), sorta di grande cannolo senza ripieno, fatto in casa, reso croccante con la cottura in forno: si può aromatizzare alla vaniglia, cannella, alle noci o al papavero.
Regge bene il pasto un vino bianco come il Palava “1” D.S.C. VH 2013, incrocio di Traminer e Müller Thurgau, mutuato dalla Moravia: disponibile al bicchiere (4 Euro), ha un bel bouquet, è acido il giusto, cattura con aromi floreali.
La birra da provare è invece la Zlatý Bažant (4 Euro), la più esportata dalla Slovacchia. La 12° è densa e luppolata, dal retrogusto amaro, decisamente buona.
A fine pasto, d’obbligo l’assaggio del Tatratea (2 Euro), nella versione base 52%: un liquore a base di tè nero, estratti naturali di erbe di alta montagna e frutti. Sembra di bere un campo fiorito ed è piacevole farsi investire dalla sua virulenta alcolicità aromatica.
Si pasteggiava in maniera memorabile, attorniati da continui richiami all’icona nazionale di Andy Warhol.
L’arte del resto è stata il perno dell’allestimento del padiglione della Slovacchia, pieno di opere di artisti contemporanei…
… anche provocatorie.
Immancabile il video sulle bellezze del Paese.
https://youtu.be/xtm3rnIbh6E
Info: www.expo2015.org