Il Parco Letterario Isabella Morra a Valsinni (Matera)
L’antico borgo di Favale sorge come un solitario ma tenace fiore in mezzo all’aspro territorio montuoso della zona sud-orientale della Basilicata, al confine con la Calabria, irrorato e reso più gentile e quasi cordiale dal corso del fiume Sinni.
Non immemore dei Sassi della vicina provincia di Matera anche il territorio di Valsinni sembra aver interiorizzato quella durezza che già nella prima metà del ’500 la giovane poetessa Isabella Morra percepiva come indizio della sua prigionia.
L’altero castello feudale arroccato si impone presuntuoso a dominio del centro abitato che ne risulta quasi soggiogato. Appare come modellato nella roccia grezza, così spontaneo e congenito da sembrare un’escrescenza naturale.
Sono questi i luoghi che ancora racchiudono la breve e dolorosa vicenda umana dell’ispirata e sensibile nobile fanciulla uccisa a soli 25 anni dai fratelli per una presunta storia d’amore clandestina con un vicino feudatario a fronte di un rapporto epistolare tra i due.
Il Parco Letterario di Isabella Morra offre una delicata irruzione nel silenzio che quei luoghi solenni e imperturbabili per troppo tempo hanno dovuto subire, destino cui sono stati sottratti nel 1928 da Benedetto Croce che di essi e del triste episodio di chi li ha abitati parla nei suoi scritti.
Si tratta di una meta aperta tutto l’anno ma che d’estate (dal 13 luglio al 31 agosto) si ridesta con spettacoli teatrali, musiche, mostre d’arte e d’artigianato, visite guidate al castello e itinerari ispirati alla vita e ai versi della giovane Isabella Morra.
Una via crucis accompagnata da cantastorie e menestrelli rievoca scene di vita quotidiana ambientate per i viottoli del piccolo borgo che hanno assistito impotenti al timido fiorire di una delle voci della poesia femminile minore del Cinquecento.
Nemmeno le locande vengono trascurate e per l’occasione si animano di musiche e folklore grazie allo spirito dei menestrelli e delle lavandaie rigorosamente in abiti storici che riprendono canti di briganti, stornelli, nenie e motivi della tradizione rurale. Insomma, una volta varcato il limes tra turista moderno e visitatore disincantato basterà lasciarsi alle spalle presente, futuro, marchingegni e diavolerie tecnologiche varie (pena il rimprovero –davvero! – da parte dei cantastorie) affinché nulla della propria visita venga lasciata al caso.
La Pro Loco ha scovato un ottimo modo per trasformare quei luoghi da “muti testimoni” in eloquenti agenti emotivi.
In una qualsiasi sera d’estate ecco chi e cosa potreste vedere.
Per info e prenotazioni:
Pro Loco – Presidio Turistico
Tel. e Fax 0835.817051
e-mail: parco[email protected]