Il crudismo vegano di Vito Cortese
Leninista? Potrebbe essere solo una moda che si veste da tendenza, ma abbiamo voluto indagare. L’occasione ce l’ha data lo chef Vito Cortese, tarantino, il quale ha tenuto a Milano il suo workshop crudista Raw for Love ai Frigoriferi Milanesi.
Il crudismo è nato in California tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del Duemila, noto anche come raw food; è una declinazione della dieta vegetariana, “in questo caso vegana: niente carni, pesce, uova” spiega Cortese. Niente cottura, ma un essiccatore (fornetto ventilato) che lavora sulla filosofia dei prodotti della terra essiccati al vento e al sole del Sud. Mai sopra i 42 gradi.
Siamo disabituati al crudo, ma consente di mangiare di meno, bilanciare proteine, carboidrati e grassi, pochi, come una dieta normale. Le proteine? Da legumi, frutta secca, verdura. Qualche ricetta. Gli spaghetti di zucca con mascarpone e noci, le sfere di broccoli, la mousse di olive, la torta di carote e cioccolato bianco.
Nel workshop è stato possibile imparare a preparare piatti sorprendenti, a fuochi spenti. Il passaggio dal crudo di Molfetta al crudismo di Cortese non è così violento e radicale. “Questa cucina può anche non essere solo vegetariana, ma abbinata alla carne cruda e al pesce crudo” ammette Cortese: “io nella vita non sono vegano; a proposito: nel crudo di pesce, c’era anche il polpetto?”.
Il ricavato dell’evento sarà devoluto a favore di Dynamo Camp, la onlus che promuove e gestisce camp di vacanza dedicati ai bambini affetti da patologie gravi e croniche.
Info: www.nudocrudo.net
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 30 novembre 2013