Il Bordò, vino raro delle Marche portato alla Ribalta da Pantaleone
Ci sono aziende vitivinicole che commuovono. Una commozione che ti assale quando scopri il loro impegno quotidiano nel preservare il vino più raro e faticoso da portare avanti, perché di grande pregio culturale ma di scarso richiamo commerciale, magari perché di quel vino ne fanno poco.
Allora quel vino diventa un’azione di responsabilità sociale, o, più semplicemente, un atto d’amore.
Come il Bordò per l’azienda Pantaleone, “piccola realtà biologica a conduzione familiare, collocata a 5 km da Ascoli Piceno, nella località di Colonnata Alta”.
Il Bordò tecnicamente viene definito come “biotipo storico appartenente alla famiglia dei Grenache”, ma in realtà la ricerca delle sue vere origini è ancora in corso e potrebbe riservare qualche sorpresa.
Umanamente invece va inteso come un vitigno storico ritrovato che fa parte della memoria contadina del territorio marchigiano.
Alla Pantaleone da qualche anno lo hanno recuperato e lo vinificano in via sperimentale, producendo pochissime bottiglie l’anno.
Lo hanno chiamato La Ribalta, efficacemente: perché è un vino che conquista la scena da vero mattatore, con istinto naturale e un carattere selvaggio che soltanto il tempo riesce a domare. E’ interessante infatti scoprire l’evoluzione di tale nettare nelle varie annate del vino che vanno dal 2009 al 2012. Se la più recente conserva ancora qualche spigolo di acidità beverina, andando a ritroso nelle annate il Bordò della Ribalta si carica di potenza sontuosa, dove la frutta passa da matura a essiccata, il nerbo olfattivo diviene inebriante e il sorso assume spessore muscolare.
Sono vini ai quali bisogna dare tutto il tempo che richiedono per aprirsi, come i contadini arcigni che ti accolgono in casa soltanto dopo avere imparato a conoscerti.
La Ribalta, in tutte le sue annate, rappresenta uno dei vini più entusiasmanti del Paese.
Ci spiega il fascino di questo vino Giuseppe Infriccioli, enologo della Pantaleone.
Sul palcoscenico enoico della Pantaleone vengono rappresentati anche dei classici, da uve Pecorino, Passerina, Montepulciano, Sangiovese.
Come l’intenso Boccascena che diciotto mesi di piccole botti arricchiscono di complessità, tra sottobosco e note balsamiche.
Onirocep è invece un irresistibile bianco da uve Pecorino in purezza, dove la frutta a polpa gialla si intreccia con sensazioni vegetali.
In ogni vino si può sentire l’estrema attenzione per “equilibrio, ambiente, territorio”, parole chiave da cui si evince il rispetto con cui Pantaleone lavora la terra e i suoi frutti.
Info: www.pantaleonewine.com