Gangi (PA), bellezze e imperfezioni fuori e dentro il Borgo
Borgo dei Borghi 2014, Comune Gioiello d’Italia 2012, Premio Smart Communities: è lungo l’elenco dei riconoscimenti ricevuti negli ultimi anni da Gangi, comune della zona interna della provincia di Palermo, abbracciato dalle Madonie.
La fama conquistata ha portato un flusso turistico mai visto in passato, anche grazie all’iniziativa della case a 1 Euro, il progetto di cessione Immobili Vetusti che prevede però l’obbligo per chi se ne fa carico di procedere alla loro ristrutturazione. Un modo per tutelare il decoro urbano e fidelizzare turisti che sta funzionando, facendo guadagnare all’attuale sindaco della città anche il plauso degli oppositori.
Tuttavia questa improvvisa notorietà sembra avere colto di sorpresa la comunità locale, così qualche servizio ai visitatori appare ancora deficitario.
In primo luogo, la gestione del polo museale cittadino di Palazzo Sgadari. Appena arrivati, ci è capitato di trovare chiuso, perché la signora addetta alla biglietteria era al piano superiore, sembra per provvedere ad altre esigenze della struttura. Un impatto straniante, mai avuto con un museo: ha dato l’impressione di essere capitati in un posto gestito alla buona e non in un tempio scientifico della ricerca storica e artistica.
La sensazione è stata confermata dallo svolgimento della visita, già dall’accoglienza: le porte delle due toilette spalancate a vista dentro una sala espositiva, anche questo mai visto prima. Certo, esiste la celebre provocazione dell’orinatoio di Duchamp, ma temiamo che non si sia trattato di una installazione artistica ma di una dimenticanza, testimonianza di una gestione apparsa approssimativa per una sede culturale.
La visita si snoda su più piani tra Museo Civico, Museo Archeologico, Museo delle Armi, Pinacoteca Gianbecchina. Di questi, a destare maggiore interesse è la parte archeologica che permette di conoscere l’antichissima storia degli insediamenti umani nel territorio gangitano. I testi sono approfonditi, a volte in maniera eccessiva, preferendo un’impostazione tassonomica autoreferenziale invece di adottare uno storytelling divulgativo.
All’esterno c’è il Museo etno-antropologico, piccolo e simile a mille altri presenti in tutta Italia.
Se si vuole un’emozione davvero forte, bisogna invece andare a visitare la cosiddetta a fossa di parrini nella chiesa madre.
E’ una cripta che contiene le salme mummificate di esponenti ecclesiali della religione cattolica, sormontati da una targa contenente un componimento dedicato al defunto.
Entrati in chiesa, non abbiamo trovato nessuno. Per fortuna fuori abbiamo incrociato un ragazzo seduto su una panchina che, sorpreso per l’assenza di addetti, si è precipitato nella struttura per condurci in una visita guidata. Visita condotta alla perfezione da questo giovane volenteroso.
La particolarità della cripta rispetto alle altre mostre di mummie in tutta Italia è il criterio espositivo: le salme si trovano ad altezza d’uomo, a contatto diretto con i visitatori.
Questo scatena emozioni fortissime, arpionando la sensibilità di chi le osserva.
Un luogo tenuto benissimo e che da solo merita il viaggio a Gangi.
Un borgo indubbiamente bello…
… con scorci suggestivi…
…qualche sorprendente scenografia etno-antropologica…
… ma che non appare trascendentale rispetto a molti altri.
Tra le cose che funzionano, l’ufficio turistico che dispensa cortesia e informazioni.
Deludente invece la ristorazione del centro cittadino: i pochi locali collocati nel cuore urbano antico, nel giorno della nostra visita, non proponevano alcuna ricetta tipica locale, ma soltanto generiche preparazioni isolane. Ciò confermerebbe quanto affermato da qualche ristoratore del posto, ovvero che quella gangitana non è una cucina di ricette bensì di territorio.
Esclusi però i prodotti da forno, da cui sono state tratte ben quattro De.Co., numero considerevole che pone Gangi sul podio in Sicilia in condivisione con Modica e superata soltanto da Marsala con cinque.
Peccato che gli amministratori non stimolino i ristoratori del centro storico a curare di più la tipicità dei loro piatti: così, il visitatore che va alla ricerca di ricette caratteristiche, è costretto ad andare fuori città, ricorrendo a ristoranti panoramici o agriturismi.
Tra chiese, palazzi storici, vicoli pittoreschi e architetture mirabili, la visita a Gangi è comunque soddisfacente: il giorno che chi di dovere riuscirà a correggere qualche discrasia magari si consoliderà l’afflusso turistico e così non accadrà più che, in piena estate, ci capiti di essere quasi gli unici visitatori in giro per le strade della città.
Intanto va segnalata la vitalità dell’amministrazione comunale che promuove iniziative intelligenti, come il Festival Nazionale dei Borghi più Belli d’Italia (in condivisione con le vicine Geraci Siculo e Petralia Soprana).
Un motivo in più per visitare Gangi e i suoi lampi di Poesia.
Info: www.comune.gangi.pa.it