Il vino di Giovanni Segantini
Sarà stata trasmessa dal padre Agostino che lo vendeva insieme a formaggio e frutta, la passione per il vino del pittore Giovanni Segantini?
A dimostrare che il Maestro del Divisionismo fosse un buon bevitore, ecco una nota mano del 1894 in cui si legge “botte vino, litri 246, Valt. 92”.
La storia di questa passione enoica riemerge dal passato grazie alla casa vinicola Triacca che ha raccolto uno stimolo di Gioconda Laykauf-Segantini, nipote dell’artista: “mio nonno era Giovanni Segantini”, ha scritto in una mail inviata alla Triacca, “amava il vino della Valtellina e lo beveva sempre a tavola. Mi farebbe piacere se ci fosse un vino di Valtellina con un bel quadro di Segantini sull’etichetta”.
Triacca prende lo spunto e pensa allora di intitolare all’Artista un nuovo vino in maturazione, per l’esattezza il loro Prestigio, ottimo Nebbiolo in purezza, affinato però non in barrique, bensì in botte grande, come da tradizione valtellinese. Da qui la proposta alla nipote Gioconda, accettata con entusiasmo.
La scelta del dipinto di Segantini da mettere in etichetta cade su Mezzogiorno sulle Alpi del 1891, in cui la sua modella preferita, Barbara Uffer, pascola le pecore su uno sfondo che potrebbe richiamare le montagne della Valtellina.
Abbiamo chiesto a Sonia Savio della Triacca di raccontarci più dettagli di questa vicenda, la quale testimonia una volta di più il legame tra arte e vino.