Kuaska racconta l’Italia della birra artigianale
Secondo Kuaska, massimo esperto italiano del mondo brassicolo, “si può proporre una definizione etico-culturale che possa differenziare e diversificare il prodotto artigianale da quello industriale, proprio nel momento in cui le multinazionali cercano di gettare fumo negli occhi del consumatore, creando confusione tra birra industriale e artigianale”.
Tale definizione è la seguente: “una birra artigianale è una birra di norma non filtrata, né pastorizzata, creata, con ingredienti di altissima qualità e senza l’utilizzo di succedanei, da un piccolo produttore, in quantità non necessariamente limitate e spesso servita direttamente nel brewpub e/o fornita a pubs, ristoranti o locali della stessa area geografica”.
Per questo ha un’estrema importanza il movimento dei birrifici artigianali che si è sviluppato in Italia negli ultimi vent’anni.
Kuaska celebra il ventesimo compleanno della birra artigianale italiana nel suo volume La birra non esiste (Altreconomia, 2015): “molti dei nostri più noti birrifici […] sono nati – tra un’autorizzazione e un’altra – proprio nel 1996: per questo nel 2016 […] si possono dunque ben celebrare i 20 anni della birra artigianale in Italia, un movimento giovanissimo ma inarrestabile”.
Sul mondo della birra artigianale Kuaska potrebbe pubblicare centinaia di tomi, essendone uno dei principali promotori e il massimo conoscitore.
Su questo mondo Kuaska ha anche raccolto irresistibili aneddoti che racconta con il suo consueto piglio ironico e la nota dialettica pirotecnica, come abbiamo documentato al Baladin di Milano nel dicembre scorso.
Info: www.altreconomia.it