Il lato dolce di Genova, tra pasticcerie e specialità zuccherate
La pasticceria di Genova vanta prodotti talmente famosi e diffusi in ogni angolo d’Italia e oltre confine che quasi ci si dimentica la loro appartenenza geografica. Valga per tutti l’esempio dei Canestrelli, ma ancor di più l’incredibile storia del Pan di Spagna, dolce tipico genovese assurto alla fama mondiale ma con la beffa di un nome che richiama addirittura un’altra nazione.
C’è poi il caso del Pandolce, tipologia dolciaria che con varie declinazioni attraversa le culture gastronomiche dell’arco alpino.
Il Pandolce genovese è però meno asciutto della cugina valtellinese Bisciola. Parliamo della versione autentica, quindi con i pinoli, non di quella a uso e consumo dei turisti meno attenti.
Versione genuina che si può trovare alla pasticceria La Iacona, radicalmente fedele all’impasto della vera ricetta genovese del pandolce.
I dolci genovesi vanno obbligatoriamente accompagnati con i meravigliosi vini dolci della Liguria. Non soltanto i più noti, come lo Sciacchetrà, ma anche quelli più rari e sorprendenti.
Come il Maccaia, ricavato dall’appassimento delle uve di Scimiscià, vitigno autoctono a bacca bianca giunto a un passo dall’estinzione e oggi opera di coraggioso recupero da parte di alcuni vitivinicoltori dell’entroterra genovese. Tra cui l’azienda agrituristica U Cantin che produce appena poco più di mille bottiglie di questa delizia.
Il Maccaia, parte al naso dalla ciliegia sotto spirito, ma ossigenandosi muta rapidamente sulla cotognata: dolcezza clamorosa, ha un finale di frutta candita, perfetto per sposarsi con i pinoli del vero pandolce genovese.
Sono alcune vette del lato dolce di una città la cui gastronomia non smette mai di stupire.