La birra dell’antica Fonte di Tartavalle
“La terra un giorno regalò un’acqua rigogliosa. L’uomo la scoprì e la rese portentosa”.
Il sito idrogeologico di Tartavalle, in provincia di Lecco, ha una storia e una tradizione che risalgono agli inizi del ‘900. E’ stato uno dei primi centri termali della Lombardia e aveva due sorgenti d’acqua: una adatta alla cura di malattie epatiche ed ematiche, e l’altra consigliata per le terapie renali e biliari.
L’acqua delle fonti di Tartavalle era considerata la più ferrosa d’Italia.
L’intero complesso era dotato di un prestigioso albergo e di un ampio giardino in stile che permetteva rilassanti passeggiate a chi alloggiava qui per seguire terapie.
Il tutto nel contesto di un paese tranquillo, Taceno, posto ai piedi dellla Grigna, a circa seicento metri d’altezza, circondato da un paesaggio fatto di boschi e montagne.
Nel 1977 erano state individuate almeno una decina di sorgenti spontanee, alcune minerali e altre oligo-minerali. La sorgente più antica, nota dagli inizi dell’Ottocento, era quella minerale dell’Antica Fonte che sgorgava da polle risalenti dalla piana alluvionale con proprietà medicamentose. Per l’imbottigliamento veniva invece sfruttata la Sorgente Grotto.
Nel 2012 un gruppo di dieci amici si interessarono alle sorti della piana di Tartavalle e, innamorandosi del luogo, decisero di rilevare la proprietà ormai in disuso. In breve, rimisero in funzione l’imbottigliamento dell’acqua e decisero di implementare la loro produzione aprendo un anche birrificio.
La birra è una bevanda semplice, formata al 93% d’acqua. “Se l’acqua è portentosa, lo sarà anche la birra!”, pensarono: avevano ragione.
Per ringraziare quella terra così ricca, hanno scelto per le loro birre dei nomi che attingessero alla tradizione locale. Lasco, per esempio, era un bandito-gentiluomo dai modi alquanto ambigui che, secondo le leggende, imperversava in tutta la Valsassina. Bisaga era, invece, la strega cattiva che abitava originariamente la piana di Tartavalle.
Oggi la produzione di birra è in crescita e ha richiesto l’allestimento di un nuovo laboratorio con macchine all’avanguardia. Tini a cielo aperto per la fermentazione spontanea, macchine per il filtraggio, rulli per l’imbottigliamento. La birra matura nei tini per 50/55 giorni, poi viene imbottigliata e sottoposta ad una fermentazione secondaria, che aumenta la gradazione alcolica e anche la quantità di gas.
Il birrificio produce principalmente quattro linee di birra.
La Lasco, una Stout ottenuta con malto nero tostato al limite della bruciatura e che ha un aroma affumicato con note di caffè e cioccolato.
L’Armelina, una Lager chiara a bassa fermentazione.
La Conte di Mormoro, una Strong Ale, ad alta gradazione alcolica.
E la Bisaga, una Ale ambrata ottenuta con un malto scuro.
Ecco il racconto di queste creazioni.
Info: www.anticafonteditartavalle.it