Alla Cantina del Vesuvio, tutti i sapori del vulcano napoletano
Se vuoi bere i veri vini del Vesuvio, devi venire qui.
Se vuoi assaporare il vero olio extra vergine di oliva campano, devi venire qui.
Se vuoi assaggiare i veri pomodorini del piennolo, devi venire qui.
Se vuoi sorseggiare il vero distillato di albicocche vesuviane, devi venire qui.
Non c’è alternativa: se vuoi gustare le autentiche delizie del vulcano napoletano, devi raggiungere il comune di Trecase in provincia di Napoli, nel cuore del Parco Nazionale del Vesuvio, tra vigneti, orti e uliveti “impiantati nella terra nera densa di lava”.
Qui si trova la Cantina del Vesuvio che produce vini, olio, ortaggi e distillati. Prodotti eccezionali che soltanto qui puoi gustare. Perché l’azienda ha adottato una filosofia radicale: nulla di ciò che produce viene poi distribuito all’esterno. Quindi non c’è altro modo per bearsi delle loro bontà che recarsi alla Cantina, la quale si è specializzata in enoturismo.
La formula adottata è il wine tasting: si degustano tutti i vini prodotti, assaggiando i cibi del territorio, con ingredienti in buona parte coltivati nella stessa azienda.
Evoca grande suggestione degustare i vini immersi nei vigneti e a pochi metri da presse, silos e linea d’imbottigliamento, perché alla Cantina del Vesuvio l’intero procedimento avviene in azienda, seguendo le rigide normative sulla produzione biologica.
L’area della degustazione è realizzata con grande gusto, fondendosi con l’ambiente circostante in maniera simbiotica.
L’apertura è affidata al buon Capafresca, Spumante rosato Extra Dry che alla freschezza associa il ricordo della potenza delle uve Aglianico.
Si prosegue con il Lacryma Christi bianco, dalle rare uve autoctone Caprettone in purezza: è come se una delicata polpa bianca ti sfiorasse il naso, mentre l’ingresso al palato è di una dolce acidità minerale.
Il Lacryma Christi rosato è vinificato da uve Piedirosso in purezza: leggero e soave, regge anche qualche abbinamento impegnativo, come il provolone piccante.
Il Lacryma Christi rosso, ancora da Piedirosso in purezza, ha uno spettacolare profumo di amarene sotto spirito che al palato rivelano il frutto in freschezza: vino eccezionale, il top della cantina.
Il Lacryma Christi riserva 2009 ha un 80% di Piedirosso e il 20% di aglianico: sontuoso al naso, il sorso è maturo e denso; con l’ossigenazione svanisce pian piano il legno, lasciando il posto a una delicata composta di gelsi neri.
Splendida la chiusura superalcolica: ha grazia divina il bouquet del Distillato di albicocche del Vesuvio, mentre colpisce la personalità della Grappa invecchiata in botte da vitigni autoctoni del Vesuvio (Coda di volpe – Piedirosso – Aglianico – Falanghina).
Questo effluvio vinoso lo hanno sostenuto con del magnifico cibo.
Eccellenti le bruschette sfornate dal forno a legna, sormontate dal pomodoro ed esaltate dall’olio extra vergine di oliva dell’azienda, amaro e piccante, merito dell’apporto di Coratina, Frantoio, Leccino e Coratina.
Da beatitudine gli assaggi di salumi e formaggi, con sfiziosità annesse.
Ma ecco il trionfo: la più buona pasta al pomodoro mai mangiata nella nostra vita. Un miracolo impossibile da rendere a parole, ma che proviamo comunque a spiegare. La pasta è quella di Setaro, eredi della tradizione pastaia di Torre Annunziata che ha origini collocabili nella metà del XVI secolo. Il Pastificio Setaro “produce ancora la pasta con sistemi artigianali, nel rispetto della natura e della tradizione”, con “le semole di grano duro selezionate, l’acqua di fonte purissima, le antiche trafile in bronzo, il processo di essiccazione della pasta particolarmente lento (da 24 a 120 ore a seconda del formato) e a bassa temperatura, il clima speciale di Torre Annunziata e non ultima la conoscenza dell’arte bianca tramandata per ben tre generazioni; è dal 1939 infatti che la famiglia Setaro si dedica con passione a questa attività”.
Il risultato è una pasta ricca di sapore e consistenza, sulla quale alla Cantina del Vesuvio fanno piovere una valanga di pomodorini del piennolo, di una dolcezza sconvolgente che si fonde con una fragrante acidità.
Un piatto leggendario che merita il viaggio, anche a piedi.
In conclusione si viene deliziati dalla pastiera della casa.
Inebriati da tanta bontà, si passa alla visita della cantina, dove maturano i nettari dell’azienda…
… quindi passaggio obbligato all’area shop, per fare incetta di vini dell’azienda, visto che soltanto qui si possono acquistare.
A condurre l’azienda è Maurizio Russo, “seguendo l’esperienza del papà Giovanni, che nel lontano 1951 avvia la storica attività di famiglia”: ecco come ci parla dell’attività della Cantina del Vesuvio.
Info: www.cantinadelvesuvio.it