Rebola Zingarina, gli aromi autoctoni del Pignoletto romagnolo
L’orgoglio romagnolo ha spinto a dare un nome proprio al Pignoletto chiamandolo Rebola ed è come se questo vitigno avesse sposato la causa identitaria, assumendo aromi del tutto particolari e differenti in alcune zone della terra di Romagna in cui viene coltivato.
Come la zona di Mercato Saraceno (FC) in cui si trova la Tenuta Santa Lucia di Paride Benedetti, definita “una piccola Italia, una costellazione di paesaggi, di coste con le sue brezze marine, colline scoscese, distese di campi e città che hanno cambiato il corso della storia nazionale”.
La Romagna come suggestione culturale che “riflette le sue tradizioni nella terra e nell’anima e il forte interesse agronomico è il frutto di un risveglio vitivinicolo fresco ma profondo che ha imparato molto dalle memorie antiche”, sfruttando “un terroir senza uguali dove, nel raggio di pochi centinaia di metri, i terreni di natura calcarea sono molto differenti, con presenza di argille evolute frammiste a vene tufacee, gessi e tracce di zolfo”, mentre “le altitudini sono medie ed i vini hanno notevoli corredi olfattivi e buona acidità e struttura”.
E’ in questo contesto che nasce la Rebola in purezza che Benedetti ha chiamato Zingarina, piccola delizia da scoprire, con quel suo sentore di mela verde ben chiaro sia al naso che al palato.
Acido e aromatico, è un vino che intriga con il suo leggero tono aspro finale, avvolto da una sensibile mineralità.
Info: www.santaluciavinery.it