Il Museo Archeologico Eoliano, la prima ragione per visitare Lipari
E’ di inaspettata raffinata bellezza il Museo Archeologico Regionale Eoliano Luigi Bernabò Brea. L’incanto della collocazione, l’eleganza delle esposizioni, la ricchezza dei contenuti, ne fanno una meta imperdibile.
Dovrebbe essere il vero primo motivo per andare a Lipari, ma vallo a spiegare ai turisti meno sensibili, intontiti da mare e natura dell’Isola, quando invece lì nella zona del Castello c’è un gioiello della museologia italiana che potrebbe regalare gioia a cuore e cervello anche per una giornata intera.
La struttura infatti è ampia a articolata. Si potrebbe definire quasi un museo diffuso, per la sua dislocazione in diversi edifici storici contigui. Questa organizzazione spaziale è scandita anche dalla divisione in sezioni che corrispondono ciascuna a uno dei sei padiglioni che accolgono le esposizioni: Preistorica, Epigrafica, delle Isole Minori, Classica, Vulcanologica e di Paleontologia del Quaternario.
Colpisce subito la perfetta razionalizzazione del percorso espositivo, la quale una volta tanto rende fruibile una struttura museale anche al turista che va di fretta. Merito della semplice ma geniale idea di apporre due generi di didascalie. Una ben approfondita per chi vuole conoscere anche i minimi dettagli dei reperti di ogni singola teca.
L’altra serie di testi, evidenziata dal colore rosso, è invece una sintesi estrema dei medesimi contenuti, pensata proprio per accelerare i tempi di visita senza che il fruitore debba rinunciare a capirci qualcosa. Sarà una sorta di bignami, ma questo sistema assolve magnificamente il suo compito, soprattutto se si pensa ai tanti turisti che si precipitano al museo durante la sosta di una crociera e hanno soltanto un paio di ore per goderne. Un ulteriore plauso al particolare che queste didascalie rapide vengono fornite anche in lingua inglese.
Tanti i viaggi mentali che si compiono passando da una sala all’altra, come quello che “documenta ed illustra, attraverso i complessi dei reperti esposti, gli insediamenti umani e lo sviluppo delle civiltà succedutesi, nell’Arcipelago Eoliano, dalla Preistoria alle soglie dell’Età Moderna”, come si legge sul sito del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
Lo stesso in cui si viene informati che “disponibili per la consultazione del pubblico sono inoltre, all’interno della Sezione Preistorica, della Sezione delle Isole Minori e della Sezione Classica, delle postazioni informatiche di facile accesso per quanti vogliano più ampi spunti di approfondimento, e sui complessi esposti nel Museo e sulle emergenze archeologiche e/o monumentali del Castello”.
Potente l’impatto con alcuni angoli dell’allestimento.
Come l’eleganza delle teche in vetro inscritte nella pietra…
… affiancate fino a creare un breve ma suggestivo percorso labirintico…
Suggestionano poi le tante maschere lasciate dagli antichi Greci…
… le quali ricordano il lutto dei riti funebri o la gioia intellettuale del teatro.
Ma sarebbe infinito l’elenco dei reperti, ciascuno portatore di una storia lontana di genti e culture: da suppellettili e frammenti di ogni tipo…
… a imponenti sarcofaghi.
Tra le tante storie raccontate, le più commoventi sono quelle dei tanti naufragi a cui queste coste hanno dovuto assistere nei secoli…
… tragedie di cui molti dei reperti sono l’ultima silente testimonianza.
Da segnalare il grande successo della Sezione Vulcanologica che ha sede in un edificio del XIV secolo: “intitolata ad Alfred Ritmann, ha come scopo didattico quello di introdurre il visitatore alla conoscenza della geomorfologia dell’Arcipelago Eoliano, le cui isole sono di formazione vulcanica, ovvero alla comprensione di molti aspetti degli insediamenti umani succedutisi attraverso i secoli, la loro formazione, l’economia, la cultura materiale” (www.regione.sicilia.it).
E’ distribuita su tre piani, ripartiti in Archeologia Industriale, Vulcanologia Generale, quindi la Vulcanologia di tutte le sette isole che compongono le Eolie, Stromboli, Vulcano, Panarea, Lipari, Salina, Filicudi e Alicudi.
Abbiamo visto appassionati dell’argomento perdersi nelle sale in preda all’estasi, mentre dichiaravano a voce alta che ci avrebbero trascorso la giornata intera in questa sezione. La quale è in effetti ricchissima, anzi, decisamente sterminata, tanto che è davvero impossibile da esaurire se non dopo parecchie ore di letture intense. Infatti è composta sì da reperti, ma la parte più consistente è rappresentata dalle tantissime didascalie fitte di testi.
Una sorta di contraltare del resto del museo: tanto sono immediate e altamente fruibili da tutti le sezioni storiche, quanto invece la parte vulcanologica è per esperti o appassionati, anche se gli vanno tributati un rigore scientifico e una completezza davvero ammirevoli.
Non abbiate paura di perdervi tra tutti questi percorsi: il personale del Museo, molto attento e vigile, vi indirizzerà sempre verso la corretta successione degli ambienti di visita, senza mai farvi smarrire il filo pensato dagli allestitori, un prezioso ordito di sapienza e comunicazione.