TripAdvisor, cattivi consigli e troppe risposte mancate
Mi manda Raitre smaschera i post a pagamento
Turista per caso è un film che ho molto amato, come l’idea democratica che sia anche il consumatore a dare il suo giudizio su alberghi, ristoranti e altro. Peccato che il protagonista del film fosse un super professionista del viaggiare per caso.
Anche TripAdvisor mi è sembrata, all’inizio, una guida complementare da maneggiare con attenzione critica. Ci trovi (pochi) viaggiatori e gourmet straordinari: la loro memoria e cultura sono una ricchezza silenziosa. Poi c’è l’autocertificazione garantita da una grande community di cui si sa poco o nulla, post in cui non si esprime un giudizio di gusto, di accoglienza, soggettivo ma legittimo, ma si va oltre senza averne gli strumenti.
Senza il palato, per esempio. Un dono che va comunque nutrito negli anni: perché bisogna sapere, studiare, capire. Magari aver frequentato qualcuno dei grandi da cui imparare. Leggo invece stroncature ignoranti o faziose di posti che frequento da sempre, alcune con errori e balle da querela. So di telefonate e mail in cui si offrono recensioni a pagamento.
Mi manda Raitre ha smascherato il mancato filtro e controllo della società, la sua struttura inadeguata, l’ambigua policy sulla correttezza dei giudizi e un diritto di replica completo: non basta che le recensioni vengano tolte, devono essere riconosciute inattendibili da TripAdvisor.
Debbo dire che quando ho tentato di scrivere un commento, a favore o contro, ho avuto, dopo essermi qualificato, problemi insormontabili. In quanto persona qualificata sono stato bannato? Non c’erano insulti, solo le prove di giudizi in malafede. O il riconoscimento di un posto meritevole. Ho testimoni, naturalmente. Ridicolo e triste.
I rappresentanti di TripAdvisor non sono riusciti a rispondere a Raitre, sono state portate le prove di società che offrono 40 recensioni, positive o negative (contro chi?), a 500 euro. Quindi, aspettiamo risposte.
Chi scrive si diverte e a volte ci prende, ma chi legge e ci lavora si merita più umiltà, serietà e competenza.
Da una community che ha potere (e lo usa). Senza arrivare a una class action delle associazioni di consumatori.
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 26 aprile 2014