Ispica, splendore memorabile da scoprire nel ragusano
Il giorno in cui il turismo di massa si accorgerà della bellezza abbagliante di Ispica, questa splendida città del ragusano diventerà tra le più visitate di tutta la Sicilia, come merita. Per adesso è comunque meta di un turismo d’élite, quello che alle località più scontate del territorio (Scicli, Ragusa, luoghi di Montalbano) preferisce il fascino di una città da scoprire, emozionante come poche.
Già la sua storia è un forte abbrivio verso l’interesse collettivo, visto che, come si apprende dal sito del Comune, il nucleo principale della città “prima del terremoto del 1693 si sviluppava anche nella parte finale della Cava d’Ispica”, enorme serbatoio di storia ancestrale che affonda le radici nella preistoria e attraversa tutte le ere, donando vestigia con generosità.
L’area archeologica di Cava d’Ispica con il parco archeologico della Forza è considerato tra i poli turistici interessanti della città, insieme a “importanti opere tardobarocche e liberty” e alla vicinissima stupenda zona balneare di Santa Maria del Focallo, con una chilometrica spiaggia libera meravigliosa, ritenuta da molti la più accogliente di tutta l’Isola (www.storienogastronomiche.it).
Il cuore del centro urbano non è meno ammaliante, con il suo “impianto settecentesco, con una maglia stradale a scacchiera e un’area di impianto medievale con tracciati viari irregolari”.
Tra i monumenti il vanto è il Palazzo Bruno di Belmonte, in corso Umberto: oggi sede municipale, è per il Comune “l’edificio liberty più importante della provincia di Ragusa”, ma il Touring Club è arrivato ad attribuirgli il primato regionale. Edificato a più riprese a partire dal 1906, su progetto dell’importantissimo architetto Ernesto Basile, è un imponente blocco a due piani “dinamicamente articolato mediante torri angolari, logge[…] e decorazioni in terracotta policroma”.
I suoi spazi enormi lasciano a bocca aperta, non soltanto per i cospicui volumi, ma anche e soprattutto per la grazia architettonica espressa da ogni suo angolo.
Grande l’attenzione per i particolari, come la scala d’accesso al primo piano, “un’inferriata in ferro battuto (1981-82) che riprende motivi decorativi floreali”, opera dei fabbri Giuseppe e Lino Donzella, simbolo di una tradizione artigiana che grande importanza ha avuto per il prestigio di Ispica.
Da non perdere anche il giardino posteriore, sorta di orto didattico che crea ornamenti naturali con piante di agrumi.
Con la guida di Benedetto Sessa, valentissimo dipendente del Comune ed esperto coltissimo della storia della città, abbiamo potuto apprezzare tanti particolari degli edifici ispicesi, caratterizzati, sempre come riporta il sito citato, dalla “presenza diffusa di elementi liberty”, tali da farti camminare a testa in su per scorgere “deliziosi dettagli scultorei” che affiorano nelle trame urbane, testimonianza “di una sapiente tradizione di capimastri e di scalpellini”.
Quando poi si arriva alla Basilica Santa Maria Maggiore, si rimane senza fiato: la piazza antistante, “definita da un loggiato semicircolare, realizzato nella metà del sec. XVIII su progetto dell’architetto netino Vincenzo Sinatra”, con quel suo vortice visivo di perfetta sinuosità, sbalordisce per meraviglia, lasciandoti irretito come in preda alla sindrome di Stendhal.
La chiesa brilla di grazia sia all’esterno…
… che al suo interno, “un unicum in tutta l’area ragusana per l’organica fusione tra gli elementi architettonici, gli stucchi, le dorature e gli affreschi”.
Tra gli edifici più importanti il Comune segnala l’Ex mercato risalente al 1932, con la sua architettura “sociale del regime fascista”, i pregevoli ambienti “distribuiti attorno a un loggiato con colonne”…
… e una sala che ospita “opere dello scultore Salvo Monica, un artista ispicese contemporaneo”, le cui “opere si segnalano per le notevoli qualità disegnative e plastiche, in particolare le medaglie e i realistici ritratti giovanili”; le sue sculture sono disseminate in vari punti della città.
Oggi l’edificio ospita la più importante meta gourmet di tutta la provincia ragusana, Il Mercato, struttura polivalente che a uno straordinario ristorante affianca una fornitissima bottega di eccellenze del territorio: è gestito da un grande chef emergente di cui si parlerà molto, Salvo Latino, di gran lunga più interessante degli stellati di Ragusa come la Locanda di Don Serafino o Il Duomo di Ciccio Sultano (www.storienogastronomiche.it).
Del resto qui la gastronomia è una cosa seria, visto che l’economia della città “si basa soprattutto sull’agricoltura”: da sempre tra i maggiori centri di produzione delle carrube, si distingue anche per la rinascita dell’antico grano Russello e per la coltivazione della Carota Novella di Ispica, ma in generale tutto quello che proviene dalla terra ispicese è prezioso.
Tutti questi pregi rendono irrinunciabile visitare e conoscere Ispica, simbolo di un turismo non banale, nonché di buona gestione dei beni pubblici: abbiamo infatti trovato la città ordinata e molto pulita, tanto da potere essere indicata come esempio positivo, poiché incrementa l’accoglienza verso i viaggiatori.
In attesa che possiate scoprirla di persona, ecco le immagini suggestive che abbiamo raccolto durante la nostra visita.
Info: www.comune.ispica.rg.it