Torre Favara, vini schietti dal cuore della Sicilia
E’ bello quando un vino ti lascia in bocca pulizia e sincerità: accade con i nettari che l’Azienda Torre Favara produce a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta, nel cuore della Sicilia.
Vini che profumano di apparente semplicità, mentre in fondo si tratta della serenità dei giusti, quel senso di placida potenza espresso da chi detiene la forza vera.
E di forza i vini di Torre Favara ne hanno tanta, in primo luogo quella di riuscire a piacere a tutti: nel corso di un test da noi organizzato, tutti i loro vini sono riusciti a entusiasmare tanto i bevitori esperti quanto quelli con il palato meno allenato, un successo ecumenico ben raro da ottenere.
A ogni sorso è un continuo annuire in maniera positiva, per la sorpresa di ritrovarsi in bocca vini che trasportano con grazia vigorosa profumi ancestrali e sapori pieni. Merito di vinificazioni mai forzate, prive delle abusate sovrastrutture di chi vuol piacere mostrando i muscoli.
Perfetta espressione di questa classicità colta che ricorda il clamore ieratico dei templi greci, sono soprattutto i vini da uve autoctone che non fanno legno o vi risiedono per poco.
Come il deliziosamente etereo Inzolia del Trenta Filari che solletica la lingua con una freschezza aromatica che irretisce.
O il Frappato (60%) e il Nero D’avola (40%) che vanno a comporre quell’ammaliante miracolo d’equilibrio che è il Terre Kalai, vinificato in acciaio inox, soltanto breve passaggio in barrique, con affinamento in acciaio e in bottiglia per almeno tre mesi: il frutto si esprime al suo massimo con note inedite, perché questa è tutt’altra espressione del celebre vitigno.
E’ il particolare Nero d’Avola della Doc Riesi, prodotto soltanto da tre cantine. Torre Favara lo propone in purezza in due magnifici vini, il Maktorion e il Nero D’Avola Torre Favara: il primo è più strutturato e rotondo, per il maggiore contributo delle barrique, mentre il secondo propone una più spiccata armonica freschezza varietale.
Tra gli altri bianchi invece è semplicemente irresistibile lo Chardonnay, alloctono che in Sicilia si esprime con maggiore vigore che in ogni altra parte del mondo: quello di Torre Favara, chiamato Pian del Grigno, non deraglia in potenza come altre espressioni sicule di queste uve, mantenendo il vino sui binari dell’eleganza.
Chiudiamo con un capolavoro, il Conca del Principe, nel quale si manifesta tutta la sapienza dei vinificatori, i quali vi hanno assemblato l’Inzolia (al 70%) e lo Chardonnay (al 30%): puro godimento a ogni sua stilla, in un inseguirsi di complessità aromatica.
A guidarci nella degustazione dei vini principali dell’azienda è il titolare, Rino Calì.
In questi vini si percepisce pienamente la natura familiare dell’azienda, gestita dai Calì e inserita nella Strada del vino e dei sapori dei castelli Nisseni, “una zona particolarmente vocata alla produzione di uve da mosto, sia per il microclima favorevole, sia per la particolare composizione dei terreni ricchi di minerali tra cui il quarzo”.
Un territorio narrato con sapienza e originalità dalle etichette dei vini. L’azienda infatti ne ha ideato i concept per farne delle etichette narranti, ma senza l’uso delle parole: ogni bottiglia riporta un’immagine stilizzata capace di farsi simbolo di una parte del territorio, racconto in estrema sintesi di un pezzo di storia, sineddoche di una vicenda antropologica.
Per questo è interessante ascoltare il significato delle etichette di questi vini, spiegate da Rita Cardamone, direttore commerciale di Torre Favara.
La ricchezza di intrecci culturali e organolettici fanno di Torre Favara una delle esperienze enoiche più interessanti della regione, a partire dalla gioia di gustare i suoi vini imperdibili.
Info: www.torrefavara.com
(riprese video e pre-montaggio realizzati da Katiuscia Incarbone)