Quando il calcio è (davvero) un’arte: in mostra la storia della Roma
Non è possibile raccontare Roma prescindendo dal calcio. Non si tratta di semplice passione sportiva, ma di un elemento fondante della cultura popolare cittadina. E’ argomento di discussione principe nei bar e nelle radio locali, motore di movimenti di massa in direzione stadio nei giorni delle partite, elemento identitario di interi quartieri che si contraddistinguono per la loro fede come accade nelle contrade di Siena con il Palio. Soltanto che a Roma il palio si corre ogni settimana, incendiando i cuori delle tifoserie.
Un simile caposaldo del sentimento cittadino merita di essere preso sul serio anche dal mondo della cultura. E’ ciò che avviene grazie alla mostra Roma Ti Amo allestita alla Factory Pelanda, la prima a narrare ufficialmente la storia della AS Roma. Quasi d’obbligo la sua collocazione nell’ex Mattatoio di Testaccio, visto che proprio in questo rione ha tirato i primi calci la squadra giallorossa.
Fino al 20 luglio 2014 è stato così possibile vivere la storia sportiva, umana e collettiva di una squadra di calcio amata alla follia come poche altre. Una vicenda sportiva raccontata attraverso il linguaggio dell’arte, grazie all’allestimento curato con grande estro da Nicolas Ballario, con l’attenta produzione di Arthemisia Group.
Oltre cinquecento pezzi tra cimeli, documenti, fotografie, trofei, oltre ottanta maglie storiche, una galleria di oltre cento prime pagine storiche, quindi installazioni, video e interattività”, il tutto incastonato tra costruzioni scenografiche capaci di avvincere anche chi non dovesse seguire il calcio.
Tanti i pezzi inediti, come la scrivania dello studio di Italo Foschi dove venne fondata lʼAS Roma, quindi documenti, maglie storiche, tessere, trofei che arrivano dalla Società giallorossa e da grandi collezionisti di cimeli del club, come il Centro Studi dellʼUnione Tifosi Romanisti.
Gli organizzatori garantiscono comunque un ruolo centrale ai tifosi “che troveranno installazioni sensazionali, come il gigantesco calcio balilla che sarà teatro di una sfida eccezionale: lʼattuale squadra contro la rosa storica della Hall of Fame eletta dai tifosi romanisti. Totti che affronta Falcao, De Rossi nel confronto diretto con Conti, De Sanctis in sfida con Tancredi”.
“Questa straordinaria città ha cresciuto con amore e passione una squadra che le è figlia naturale, lʼAssociazione Sportiva Roma”, racconta James J. Pallotta, Presidente Associazione Sportiva Roma: “animata negli Anni ’20 e ’30 da un’impertinente tenacia giovanile, con il trascorrere dei decenni la Roma è cresciuta e maturata, offrendo su centinaia di campi di gioco non soltanto un esempio unico di orgoglio, autenticità e resilienza”, fino a rappresentare “un modo di vivere”.
Il percorso della mostra si snoda lungo oltre 1300 metri quadrati, partendo dalla sala della prefondazione, con i cimeli dei tre Club che diedero vita alla Società giallorossa: Fortitudo-ProRoma, Alba-Audace e Foot Ball Club di Roma.
Si procede con i primi trionfi in Coppa Italia e campionato, come il primo Scudetto nella stagione 1941/42, fino ad arrivare ai successi odierni.
Scorrono i volti dei campioni che hanno reso grande la squadra, da Attilio Ferraris IV a Giacomo Losi, da Falcao ad Agostino Di Bartolomei, da Bruno Conti a Pruzzo, fino alle bandiere di oggi, Daniele De Rossi e Francesco Totti, del quale è presente perfino la prima tessera da bambino prodigio.
Sei sale suddivise per epoche che raccontano quasi ottantasette anni di emozioni in campo e sugli spalti, capaci di emozionare non soltanto i tifosi ma anche i semplici appassionati dello sport o i curiosi delle passioni umane.
Infatti gli organizzatori ci tengono a sottolineare come non si tratti di “una semplice mostra su una squadra: Roma ti Amo è il punto di incontro tra arte e sport, nonché la celebrazione del calcio come fenomeno sociale radicato nella cultura e nella storia del nostro Paese. Un percorso sensoriale molto variegato, che riuscirà ad arrivare al cuore di ogni visitatore ripercorrendo le tappe del passato e del presente”.
Ecco come la descrive il curatore.
Info: www.asroma.it