I tempi del cibo
Quanto il cibo ha segnato la Storia dell’Uomo? In che modo ne ha contrassegnato l’evoluzione biologica e socio-culturale? Come ne influenza oggi i comportamenti? In quale misura ne determina lo stato di salute?
Ipotesi e risposte a questi quesiti sono arrivati nel corso della Storia in Piazza, manifestazione che a Genova ha celebrato la sua quinta edizione dedicandola a I tempi del cibo.
Con epicentro Palazzo Ducale, una full immersion di incontri, conferenze, spettacoli, mostre, laboratori, proiezioni, per sviscerare ogni aspetto della relazione dell’Uomo con il cibo.
“Un lungo viaggio nella storia dell’alimentazione che è storia delle culture, dell’economia, delle guerre, di cosa e come si mangia, ma anche della fame e della sete”, declamava il programma, facendo notare come “la storia del cibo è anche storia del gusto, dell’eros, della seduzione”.
Poiché “cinema, arte, letteratura hanno rappresentato nei secoli il rapporto tra uomo e cibo”, a parlarne sono stati chiamati storici, filosofi, antropologi.
A tavola con i Patriarchi. Divagazioni iconografiche sul cibo nella Genesi, ha illustrato alcuni aspetti dell’alimentazione citati nel primo libro della Bibbia, la Genesi, grazie all’esposizione di dipinti, disegni, incisioni, libri e maioliche, provenienti dalle raccolte dei Musei di Strada Nuova. Rende viva suggestione di “uno dei più antichi racconti delle vicende dell’umanità, utilizzato per attirare l’attenzione sul rapporto tra uomo e cibo: la mela come frutto proibito, la natura assai povera delle preparazioni gastronomiche di un popolo dedito alla pastorizia, e il valore simbolico di alcuni alimenti”.
La Cucina Futurista. Contro la pastasciutta passatista ha proposto i sempre stimolanti materiali iconoclasti che il movimento avanguardista ha prodotto sul tema della gastronomia: il libro che dà il titolo alla mostra, ma anche bozzetti di menù, menù originali, fotografie e ceramiche prodotte ad Albissola.
I tempi del cibo è stata un’installazione interattiva di N!03, sigla di uno staff creativo che da tempo garantisce avvincenti suggestioni tecnologiche per veicolare contenuti alti: in questo caso, “l’evoluzione del rapporto dell’uomo con il cibo nel corso della storia attraverso un racconto fatto di immagini, oggetti e suggestioni cinematografiche”.
Importanti le mostre fotografiche, a partire da un omaggio a Nuto Revelli intitolato La Spoon River contadina, con foto di Bruno Murialdo e Paola Agosti “che ritraggono i protagonisti dell’epopea revelliana, i contadini de Il Mondo dei vinti ma anche le donne de L’Anello forte”.
1936 – USA. Fuga dalla fame, “selezione di fotografie del progetto Farm Security Administration scattate tra il 1936 e il 1943 da grandi fotografi americani, per documentare la recessione agricola dilagante negli Stati Uniti, dopo la grande crisi del ’29”, ha esposto opere di Dorothea Lange, Walker Evans, Arthur Rothstein, Russell Lee e John Vachon.
Quella di maggiore impatto si è rivelata No Seconds, Comfort Food e Fotografia, personale di Henry Hargreaves “dedicata ai piatti ultimo desiderio di famosi condannati a morte americani”.
Abbiamo chiesto al curatore della kermesse Donald Sassoon di descriverci il senso di questa edizione della Storia in Piazza dedicata al cibo.
Info: www.palazzoducale.genova.it