La politica che frena: la Sicilia perderà Fiasconaro e il panettone?
Pasta madre. Fra i panettoni presenti a Milano Golosa c’è anche la Fiasconaro ed ero con Davide Paolini a Castelbuono (in provincia di Palermo) quando inauguravano la nuova linea di produzione di un’azienda che scoppia di idee, qualità e salute.
Nicola Fiasconaro invece non c’è, perché la decisione di investire alcuni milioni, “risorse nostre, accantonate in questi anni di successi invece di comprare macchine, ville e barche”, nel polo industriale di Castelbuono, è diventata la metafora della burocrazia che frena la nostra crescita, di una politica lontana, un caso sui media nazionali.
Nicola mi mostrava le “stecche abbandonate da decenni, a duecento metri da noi, che risolverebbero i nostri problemi di sviluppo e logistica, creando decine di nuovi posti di lavoro; dopo il clamore degli ultimi mesi il Comune ha indetto un bando per l’area interessata, speriamo tutto vada in porto: nel frattempo gli ordini continuano a crescere e il prodotto è ospitato, per farvi capire, dagli amici dell’Acqua Geraci, ma la situazione è insostenibile”.
Nicola, Fausto e Marino Fiasconaro hanno avuto proposte di delocalizzazione in Nordamerica e Piemonte, dal Comune di Venasca in provincia di Cuneo che ha indicato l’area, con l’interessamento dei politici piemontesi per questa eccellenza italiana. Che ha creato il miracolo di un panettone milanese che rinasce in Sicilia, con grande la materia prima dell’isola, e conquista il mondo.
“Non abbiamo mai chiesto favori alla politica, assumiamo chi ci serve, valorizziamo i giovani, collaboriamo con l’Università di Catania, abbiamo altre dieci piccole aziende che lavorano per noi sull’Isola. Facciamo economia sociale”. Intanto è stato a Velasca per un gemellaggio con la Castagna, l’ingrediente del prossimo panettone, e incontri con le autorità locali.
Info: www.fiasconaro.com
Tratto dal quotidiano Il Giorno dell’8 ottobre 2016