Cachi, frutti dalle mille sfumature
Autunno, stagione dalle mille sfumature, di colori e di sapori. Quando gli alberi iniziano a perdere le foglie, ce ne sono alcuni che, anziché spegnersi, si illuminano. Sono le piante dei cachi, cariche di frutti tondi arancioni o rossi che, a guardarle mettono subito allegria.
Una storia di duemila anni
Originaria dell’Asia orientale, è una delle più antiche coltivate dall’uomo, conosciuta in Cina da più di due millenni e nota anche come l’albero delle sette virtù. È molto resistente, difficilmente viene attaccata da parassiti, fa molta ombra, i suoi rami sono il luogo ideale per nidificare, le foglie giallo-rosse in autunno sono decorative, il legno è perfetto per fare il fuoco e l’abbondante fogliame che cade in autunno può diventare un ottimo concime.
Il nome scientifico del frutto, detto anche Mela d’Oriente, è Diospyros kaki e deriva dall’unione delle parole greche Diòs (caso genitivo di Zeus) e pyròs (grano), quindi letteralmente significa “grano di Zeus”.
La sua diffusione in America e in Europa risale al 1800, mentre in Italia è stato introdotto agli inizi del ’900, in particolare nella zona dell’Agro Nocerino, in provincia di Salerno. La coltivazione si è poi estesa a tutta la regione Campania e anche in Emilia.
Dal colore arancio intenso e dalla polpa molto gustosa, i cachi possono essere quasi considerati di per sé un dessert. L’importante è che siano ben maturi, perché in caso contrario, vista l’alta concentrazione di tannino, conservano un sapore agre che lega la lingua: si dice infatti che allappano.
I cachi comuni di solito vengono raccolti leggermente acerbi e fatti maturare in seguito, per eliminare il tipico effetto astringente al palato. Durante la maturazione il contenuto di tannini si riduce e aumenta quello degli zuccheri, rendendoli molto gradevoli.
Il modo più semplice per consumarli è tagliarli in due e mangiarne la polpa interna aiutandosi con un cucchiaino, ma si possono gustare anche sotto forma di crema o salsa, con una bella spolverata di amaretti tritati, per esempio.
Esiste anche un’altra varietà, quella dei cachi vaniglia o cachi mela. A differenza dei cachi comuni, hanno una polpa soda e croccante simile a quella delle mele e leggermente meno dolce. Per mangiarli basta sbucciarli e tagliarli a fette, senza il rischio di sporcarsi.
Proprietà nutritive
Il cachi è composto per il 18% da zuccheri, come il fico e l’uva, il restante 78,20% è acqua, lo 0,80% sono proteine, lo 0,40% sono grassi e il 18,10% carboidrati.
È un’eccellente fonte di beta-carotene e criptoxantina (a cui si deve il caratteristico colore arancione), di vitamina C, di vitamina A e di potassio. Tra i sali minerali, il primato (in termini di quantità) spetta sicuramente al potassio (ca. 161-170 mg %), minerale che conferisce al cachi le sue spiccate proprietà diuretiche. Oltre al potassio, contiene anche il fosforo (20 mg %), il magnesio, il calcio ed il sodio.
Come usarlo in cucina
In cucina i cachi si possono trasformare in ottima confettura, utilizzare come ingredienti per delle torte alla frutta o anche come base per semifreddi e gelati. In Giappone il cachi lo si consuma anche essiccato. Nel paese del Sol Levante viene usato anche per la produzione di un vino a bassa gradazione alcolica e il suo succo è impiegato per chiarificare il sakè.