Non c’è Cibus per la Lombardia…
Non è venuta fuori una bella immagine della Lombardia gastronomica da Cibus, la kermesse che si è appena celebrata a Parma. Se al Vinitaly il mondo del vino lombardo ha saputo fare sistema, presentandosi unito in un unico padiglione e mostrando i muscoli con tutte le sue denominazioni territoriali, a Cibus invece ognuno ha fatto per sé.
Ci riferiamo soprattutto a quel Padiglione 7 dedicato alle tipicità regionali, popolato di coraggiosi e tenaci piccoli produttori, in ideale contrapposizione ai colossi dell’industria alimentare di cui sì la Lombardia ha fatto sfoggio.
Regioni come Abruzzo, Campania, Lazio, Marche, Molise, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria e Veneto hanno allestito aree compatte in cui esporre le squisitezze locali, cosa che non ha fatto la Lombardia, affidandosi al solipsismo delle sue comunque presenti eccellenze.
I più organizzati sono stati i territori di Cremona e Mantova, sostenuti dalle rispettive Camere di Commercio. Più imponente il secondo, il quale non a caso ha parlato di Sistema Mantova collegandosi all’Expo 2015: qui lo stand più frequentato è apparso quello di uno dei pochi produttori di vino presenti a Cibus, la Cantina di Quistello, con i suoi abboccatissimi lambruschi autoctoni.
Cremona ha risposto con l’alta salumeria di Migliorati, capace di restituire profumi e sapori dei tempi antichi. A fianco, Crema in grande evidenza con il celeberrimo Torrone Cremasco: mandorle di Toritto, miele unifloreale di robinia, albume fresco e bacche di vaniglia, abbracciate fitte da una candidissima glassa, davvero unico.
Per trovare un’altra tipicità territoriale lombarda, abbiamo dovuto cambiare stand e bearci dei formaggi della Valcamonica proposti da Cissva: tra il morbido Casolet e il dolce Silter, ha spiccato il granuloso Nostrano, per ricordare di che buona pasta compatta possa essere fatto l’agroalimentare della Lombardia.
Info: www.cibus.it