Le curiose storie dei vini proibiti: Fragolino, Clinton, Noax e Bacò
Le storie a lieto fine spesso nascono dalle sventure. È questo il caso di alcuni vini proibiti.
Le viti americane hanno iniziato ad essere importate intorno alla metà dell’Ottocento come risposta a una serie di epidemie che hanno messo a rischio i vitigni di mezza Europa. Oltre all’uva Fragola, nota anche come uva Isabella, fecero la loro comparsa il Clinton, dall’omonima cittadina Usa dello Iowa, diffuso nel Veneto anche come Clinto, Crinto, Grinton, U Grintu; il Noax (Noè) detto anche Clinton Bianco; il Bacò, originario dalla Francia. Da questi vitigni si ricava un vino dal succo poco intenso e con il caratteristico odore e gusto foxy (volpino), selvatico.
Viti rustiche dunque quelle dei vini proibiti che, dopo essersi prese il merito di aver contribuito a evitare l’estinzione dei vitigni europei, hanno dovuto subire lo smacco di essere messe al bando, tramite leggi nazionali e europee per la loro eccessiva semplicità e in alcuni casi pericolosità.
Si è parlato di sostanze cancerogene, ma forse il maggior pericolo per la salute dell’uomo è l’alcol metilico che nella fermentazione di questi mosti si forma in quantità notevoli per la ricchezza di cellulosa, anche se alcuni studiosi sostengono che bisognerebbe berne un ettolitro al giorno per intossicarsi.
C’è stato un tempo in cui il Clinton era diffuso in varie regioni d’Europa mentre oggi è quasi scomparso, pur rimanendo assai popolare tra i suoi conoscitori. La sua bassa gradazione alcolica, ne rende difficile la conservazione oltre la primavera dell’anno successivo la vinificazione. Tradizionalmente era il vino che si beveva nelle case di campagna in autunno-inverno in attesa che il vino buono (quella ottenuto dalle viti tradizionali) maturasse. Per il suo gusto deciso, fortemente acidulo e molto aromatico, si accompagna molto bene alla frutta secca, alla zucca al forno, alle castagne arrostite, alle patate dolci.
Altro vitigno abbastanza diffuso in passato è il Bacò, un ibrido produttore diretto, ottenuto dall’incrocio di Vitis Vinifera per Vitis Riparia. E’ originario della Francia, ottenuto probabilmente nei vigneti sperimentali dell’Università di Montpellier e il suo nome, secondo alcuni, si riferirebbe a Bacco, l’antico dio romano del vino. E’ però anche che il tecnico che ha selezionato questo ibrido si chiamava proprio Baco e la varietà ottenuta fu chiamata Baco noir. Prodotto in piena estate, non regge a lungo le temperature elevate e soprattutto gli sbalzi termici che già a settembre possono essere notevoli.
Altro celebre vitigno ibrido produttore diretto ottenuto incrociando un clone della Vitis Lambrusca e un clone della Vitis Riparia è il Noax, conosciuto anche come Fragolino bianco o, più correttamente, Clinton bianco. La pianta è molto simile al Clinton, con tralci esili, numerosi e vigorosi, foglie larghe e molto abbondanti. Anche questo è un vino semplice: bassa gradazione, elevato contenuto di metanolo, forte aroma e sapore foxy. Come accennato, è considerato un fragolino bianco, possiede una sua piacevolezza e, forse anche perché una vera rarità, è ricercato dagli amatori.
Anche se di questi vini proibiti è tuttora bandita la produzione a scopo commerciale, il loro profondo legame con il territorio fa sì che continuino ad essere vinificati, diventando baluardi di una cultura enologica popolare. La semplicità intrinseca di queste viti non preclude che possano nascere dei vini comunque di qualità e non esclude che non ci sia uno studio e una riflessione dietro una produzione di fatto, al momento, esclusivamente casalinga.