Gusto del macabro e scienza medica nelle cere della Specola a Firenze
Un viaggio tra lucido rigore scientifico e turbamento dell’inconscio. Ha una potenza emotiva enorme una visita alla collezione di Cere Anatomiche del Museo La Specola a Firenze.
Nati per lo studio dell’anatomia umana, questi corpi umani dissezionati hanno da subito inciso fortemente sull’immaginario e la sensibilità di chi doveva realizzarli, trascendendo il loro freddo significato scientifico per lambire i territori dell’arte.
Basti guardare le pose di alcune figure, tra la serena plasticità del neoclassicismo, la leziosità barocca e i tormenti nervosi del gotico.
Certi sguardi paiono vivi e mettono decisamente inquietudine, se incrociati e fissati a propria volta.
Queste vivide rappresentazioni stimolano profonde riflessioni sulla nostra visione della vita e della sua fine, dove la morte viene evocata, quasi minacciata, ma anche esorcizzata da figure colte nel momento della transizione tra l’essere e il non essere, raggelate in una sospensione del desino ineluttabile.
“Questa collezione fu voluta dal Granduca Pietro Leopoldo e dal primo Direttore del Museo Felice Fontana e fu concepita come un trattato tridimensionale per insegnare l’anatomia, poiché è composta da pezzi in cera, dai disegni a tempera e dalle spiegazioni” si racconta sul sito del Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze, di cui la Specola rappresenta la sezione di Zoologia.
“In quasi un secolo (1771 – seconda metà dell’800) furono creati un’enorme quantità di preparati”, si legge. Valenti modellatori li realizzarono affiancati e guidati da anatomici.
“Essi eseguivano le dissezioni sui cadaveri portati dall’Arciospedale di Santa Maria Nuova. In base a questi pezzi dissezionati venivano fatti i modelli in argilla da cui si ricavavano i calchi in gesso nei quali veniva poi colata la cera (o meglio, un miscuglio di cere, resine e coloranti di cui non sappiamo esattamente la composizione) per realizzare i modelli definitivi, che poi venivano assemblati e rifiniti”.
Consigliandovi vivamente di vedere di persona questa esposizione, nel frattempo ve ne offriamo le atmosfere nel video che segue:
Info: www.msn.unifi.it