Cascina Ca’ Rossa, vini biologici del Roero dalla vocazione antica
Bere un vino della Cascina Ca’ Rossa è come sentire parlare Angelo Ferrio che li fa: senti l’onestà, la pulizia, la semplicità, l’animo contadino. Qualità sempre più rare nel mondo del vino italiano sempre più inquinato da concentrazioni finanziarie, dispute commerciali, meccanismi legati al marketing, dove fare vino sembra l’ultima delle preoccupazioni.
Ferrio invece nelle vigne c’è nato e cresciuto, seguendo e implementando una tradizione di famiglia.
Vigne che si trovano nel Roero, nel territorio di Canale d’Alba, in provincia di Cuneo.
Anche sul sito dell’azienda si avverte che “Roero non esiste in lingua piemontese” bensì “esistono I Roeri (I Roé), un multiforme mosaico, fatto di tasselli grandi quanto una collina o un singolo versante”, terre con “porzioni argillose, sabbie giallo-ocra e marne grigie isolate” che “si succedono in un complesso di strati che il mare preistorico, in milioni di anni, ha depositato prima di ritirarsi”.
Caratteristiche che si traducono in una grande varietà organolettica nei vini dell’azienda. Ci piace quando Ferrio afferma che nei suoi vini “non troverete niente di omologato”, ma soprattutto quando stigmatizza l’orientamento generale dei soloni prezzolati dell’enologia: “con buona pace di chi ha il gusto impigrito da vini internazionali, qui due figli del Nebbiolo o della Barbera possono essere tanto diversi tra loro da disorientare”.
Qui la vite era presente già in epoca romana e ancora oggi la vinificazione viene vissuta con un romanticismo incantato, visto che nel Roero “sino a non più di dieci anni fa, normalmente non era il viticoltore a produrre vino, ma il commerciante che ritirava le uve e le trasformava”, quindi potete immaginare quanta fierezza ci sia oggi nel produrre vino con una propria etichetta.
La famiglia Ferrio in questo senso ha rappresentato sempre un’eccezione, avendo puntato in anticipo sui tempi sull’imbottigliamento dei propri nettari. I Ferrio hanno visto la vitivinicoltura del Roero cambiare sotto i loro occhi: “merito dell’Arneis, certo, ma anche e soprattutto della tenacia di chi non ha mai voluto abbandonare i pilastri di un’enologia antica e preziosa, fatta anche di rossi come Nebbiolo, Barbera, Brachetto dal Grappolo Lungo”.
Un’azienda a misura d’uomo che tale vuole rimanere: “il giusto numero di ettari di vigneto specializzato (13) e un giusto dimensionamento di bottiglie (70.000 circa)”, tutto in pieno regime biologico certificato.
Le otto etichette della Cascina Ca’ Rossa rappresentano “gli elementi di una saga vecchia di generazioni che continua ancora oggi: da Alfonso ad Angelo e da Angelo a Stefano”.
L’essenza più radicale di questi vini l’abbiamo colta in quelli che non fanno legno.
Il Langhe Nebbiolo manifesta la sua natura già appena stappato, con i sentori vinosi che ti si aggrappano al naso per trascinarti nel cuore delle vigne, tra fatica e soddisfazione. Il primo impatto è all’insegna dell’acidità, poi la freschezza si ispessisce, assumendo un velo di dolcezza e un pizzico di pepe nero. Ammirevole la freschezza e la pulizia del sorso.
Freschezza che ritroviamo protagonista anche nella Barbera d’Alba, in cui spicca il candore contadino di antica memoria. Ossigenandosi il frutto si compatta, mantenendo sempre l’impressionante nitore del sorso.
L’utilizzo del legno conferisce agli stessi vitigni potenza e morbidezza.
La Barbera d’Alba Mulassa colpisce per il corpo e l’esuberanza fruttata, mentre nel Roero Mompissano il Nebbiolo esprime tutta la ricchezza della sue sfumature.
Nota a parte per il Roero Audinaggio che prende il nome dalle vigne coltivate in un sito pregiato, l’Audinaggio in Valmaggiore di Vezza d’Alba: “non una semplice vigna, ma un’esperienza ripida di fatica, dove i filari stretti, non meccanizzabili, raccontano l’orgoglio e la tenacia di contadini eroici, ben rappresentando tutti i vigneti di Ca’ Rossa, esclusivamente di giacitura collinare, condotti manualmente e con tecniche sostenibili, per salvaguardare e meglio rispondere ai bisogni del suolo”. Il risultato è un vino di monumentale personalità strutturata.
L’unico bianco della casa è il Roero Arneis Merica, con tutta quella sua frutta che caratterizza il bouquet come l’approccio al palato. La mineralità è viva e si avverte anche visivamente, creando una tenue sensazione titillante che muove delicatamente il vino nel bicchiere. Magnifica espressione varietale, screziata di sapidità.
Preziosa la testimonianza di vita e di lavoro di Angelo Ferrio, tanto che gli abbiamo chiesto di sintetizzarla davanti alla nostra telecamera, nel video qui sotto, realizzato nell’ambito della manifestazione Il Barbavino 2016, organizzata dal Barbaresco di Legnano.
Info: www.cascinacarossa.com