Proposta Vini 2017, il catalogo culturale del buon bere
La presentazione del catalogo di Proposta Vini rappresenta il focus sulla migliore produzione enologica italiana: il distributore trentino rappresenta infatti i più sinceri e appassionati vitivinicoltori del Paese, quelli che più di tutti vivono il vino come elemento fondante della Cultura della nostra nazione.
Immergersi tra i banchi allestiti all’hotel Tower di Bussolengo dà il senso più profondo di una tradizione millenaria identitaria, ponendo l’accento su produttori che sono anche custodi della biodiversità e divulgatori di autentica Conoscenza.
La filosofia di Proposta Vini è tanto chiara quanto elevata: potete ascoltarla direttamente dalla voce del coltissimo titolare, Gianpaolo Girardi, nel video che segue.
Come da recente consuetudine, la presentazione è stata anticipata da due stimolanti incontri. In uno si è posto l’accento sul Teroldego, vitigno autoctono Trentino che meriterebbe maggior fama. Abbiamo scoperto con piacevole sorpresa la qualità delle produzioni di Teroldego che avvengono fuori dal Piano Rotaliano, soprattutto i vini selvaggi e pepati di Rudi Vindimian.
Poi altro sussulto intellettuale è giunto dalle storie di rinascita del vermouth: quella dal carattere familiare di Dogliotti e l’altra articolata ed eretica di Maley.
Due giorni di assaggi e incontri hanno poi ridefinito la nostra geografia sentimentale del vino italiano.
Sul fronte degli autoctoni, si apprezza la giusta rivalutazione del Rossese di Dolceacqua da parte di Maixei, la franchezza della Chiavennasca nei vini di Valtellina di Faccinelli, i classici piemontesi (Dolcetto, Barbera, Nebbiolo) di Bricco Maiolica con un Barolo finalmente contadino, il coraggio del Podere Il Castellaccio di riportare gli antichi autoctoni toscani nella Bolgheri internazionale, l’appassionata concentrazione di Cascina Gilli sulla Freisa d’Asti e la Malvasia di Castelnuovo don Bosco, come quella totale della cantina La Staffa sul Verdicchio dei Castelli di Jesi e di Claudio Cipressi sulla Tintilia del Molise, o ancora di Palazzo con i suoi Brunello di Montalcino.
Sul fronte della lavorazione, spiccano i vini a Fermentazione Spontanea di Ausonia, tutti autoctoni d’Abruzzo (Trebbiano, Cerasuolo, Montepulciano, Pecorino). Ma anche Paltrinieri sbalordisce con le sue mille sfumature di Lambrusco, soprattutto il Sorbara in diverse vinificazioni. Così come Lodi Corazza getta nuova luce sul Pignoletto, mentre Santadi punta i fari sulla sontuosità del Carignano del Sulcis (senza trascurare Monica e Cannonau).
E che dire di Mariotti che sfodera un’elegia dei Vini delle Sabbie con al centro il Fortana dell’Emilia?
E’ uno di quegli autoctoni che difettano soltanto di comunicazione, come il Cesanese del Piglio proposto da Alberto Giacobbe e il Cesanese di Olevano Romano di Marco Antonelli, o il Canaiolo coccolato dalla cantina La Lastra, cui aggiungere il Sangiovese diverso di Montecucco messo in bottiglia da Campinuovi.
Sul fronte rivelazioni però una medaglia va alla cantina Il Verro che ha individuato un autoctono sconosciuto fino a poco tempo fa, il Coda di Pecora, oggi proposto al fianco di Pallagrello Bianco e Pallagrello Nero e del Casavecchia.
Progetto che più ha colpito, è quello di squadra di Erpacrife, quattro amici vitivinicoltori che hanno messo insieme i talenti per spumantizzare il Nebbiolo, mentre singolarmente c’è chi tira fuori una gran Barbera d’Asti (della cantina Stella) e chi riporta in vita una gloria antica come il Vermouth Dogliotti 1870.
Conferme da alcune delle più importanti cantine italiane.
Marisa Cuomo con le sue meraviglie amalfitane frutto di viticoltura eroica e amore per gli autoctoni, quindi Vigneti Massa che invece canta l’epica del Timorasso del tortonese che nel suo caso si tinge anche del rosso degli autoctoni piemontesi. Lo stesso fa Villa Spinosa con i caposaldi enoici della Valpolicella nel veronese.
Dell’estesa produzione di Albino Armani invece questa volta c’è da indagare la linea delle bollicine del Nord-Est, tra vitigni aromatici e perfino dolci.
Sottolineatura doverosa infine per il progetto solidale della veneta Fattoria Sociale La Costa, con vini che spaziano dal Vespaiolo al Prosecco.
Quest’anno in maggiore evidenza anche le produzioni brassicole artigianali, come le birre territoriali di Giratempo, le prodezze di Green Dog Brewery, quelle semplici e concrete del birrificio Il Monticello e le altre piene di fantasia del Birrificio Felice.
Artefice sul campo della ricerca delle aziende da rappresentare è l’espertissimo Italo Maffei che abbiamo intervistato nel video che segue.
Info: www.propostavini.com