Ristorante La Cave, di scampi e ostriche a Milano
Nel restyling meneghino, la notte un tuffo agli antipodi.
Siamo al Cortile, fra Col di Lana e Giovenale, un isolato che nasconde un labirinto babelico e vitale di cortili, case di ringhiera, officine, passaggi segreti, che di notte diventano un’idea di città post industriale e felice nella normalità della città.
Un’officina che restaura auto e moto d’epoca di giorno si trasforma nell’open bar Officina del bartender Gianluca Amoni, sosta per La Cave di Misha Sukyas, lo chef italo armeno che, sfrattato dallo Spice per i cantieri della Metropolitana, è rinato al Puzzle di via Goldoni e a La Cave, spazio condiviso ristoranti e scuole di cucina.
Sciccheria nel piatto con ostriche, Carabineros (il gran rosso spagnolo) e lo scampone del Quarnero, Croazia, piccoli rossi di Mazara (i migliori). Strepitoso.
Un occhio a New York e uno all’Oriente, Thai, Singapore, Giappone, Cina, libertà creativa, gran crudi e un’orata fritta alla thailandese, tonno, quel che porta la spesa.
Cantina solo francese, “mio padre è uno dei più grandi collezionisti della Baja California”.
Pilota la clientela dal Puzzle a qui, secondo la corrente.
Imperdibile, come il suo coraggio.
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 1° ottobre 2016