Cantina di Santadi, vini del Sulcis dalla Sardegna più antica
Il Sulcis è l’area geologica più antica della Sardegna: lo sottolinea in maniera ben chiara la Cantina di Santadi quando deve spiegare il fascino dei suoi vini, profondamente legati alla terra di questa zona millenaria a sud-ovest dell’Isola.
“Un tratto costiero ricco di varietà geografiche che alternano rilievi collinari di modesta altitudine, vasti tratti pianeggianti e, più all’interno, rilievi montuosi che conservano un grande patrimonio di biodiversità”.
Di questo patrimonio fanno parte i vitigni coltivati dalla cantina, in particolare gli autoctoni sardi, a partire da quel Carignano definito “principe del territorio del Sulcis”, ma anche Cannonau e Monica, tutti “figli dell’antica tradizione enologica abbinata all’impiego delle nuove tecnologie in materia di vinificazione, stabilizzazione e imbottigliamento”.
Secondo Santadi, “lo spirito innovativo, con il rispetto della tradizione territoriale, diventa per i nostri produttori un impegno assiduo e costante che non solo vuole onorare la stessa Cantina, ma anche salvaguardare un vero patrimonio di tradizione, cultura, gusto, stile e storia che sono la vera essenza della nostra realtà contadina”.
La quintessenza di questo mondo vinicolo contadino l’abbiamo colta nel Grotta Rossa, da uve Carignano in purezza, “fatto maturare per alcuni mesi in vasche di cemento prima di essere imbottigliato”: l’assenza del legno permette al frutto di esprimere tutte le più intime caratteristiche varietali del vitigno, creando un vero capolavoro di sincerità enoica. Particolarissimo il suo profumo che varia dallo speziato (pepe aromatico) alle note carboniche, fino alle erbe officinali. Queste ultime riappaiono al palato, veicolate dalla freschezza del frutto.
Le altre declinazioni aziendali del Carignano del Sulcis acquisiscono le sfumature del tempo, come le rotondità tanniniche del Rocca Rubia Riserva o le robuste venature aromatiche del Terre Brune (un Superiore), mentre le note fresche tornano esuberanti nel Tre Torri (un Rosato).
La Monica di Sardegna si esprime benissimo nell’Antigua (con un saldo di Carignano al 15%), con la sua ottima acidità che trascina con sé un gradevolissimo frutto fresco, insieme ai toni suadenti di piccoli frutti rossi e alla lievità dei tannini. Elegante nella semplicità della beva, senza che ciò ne infici il carattere.
Il Cannonau di Santadi si esprime nel Noras (qui il saldo del Carignano è del 10%) con un attracco abboccato dal retrogusto erbaceo, insieme a una bella punta di acidità. Raffinatissimo, dal sorso netto e pulito, non si abbandona ad alcuna ruffianeria, mentre conquista con i suoi sentori di mirtillo.
Questi vini sembrano intrisi del loro territorio che intreccia archeologia, storia, geologia, biologia, ma anche eccellenza antropologica, come la sapienza antica nel fare vino: a raccontarci tale mondo è Raffaele Cani che abbiamo intervistato con la nostra telecamera, nel video che segue.
Info: www.cantinadisantadi.it
Distribuzione: www.propostavini.com