Birrificio Felice, dal Lago di Garda birre artigianali per ogni stagione
Il Birrificio Felice chiarisce una volta per tutte quale rapporto intercorra tra il mondo della birra artigianale italiana e il Territorio. Da quest’ultimo possono derivare le materie prime come le fonti di ispirazione, le quali possono essere olfattive ma anche evocative, perché lo spunto per una birra può nascere da un frutto identitario della propria zona ma anche da un racconto familiare, o da una tradizione locale.
Birrificio Felice è il Garda che da specchio d’acqua si traduce in bacino brassicolo. La sede del birrificio si trova infatti a San Felice del Benaco, piccolo centro su un promontorio morenico che si protende sulle acque della sponda bresciana del lago, poco sotto Salò.
Birrificio che “nasce nel 2010 come un ammucchiamento di pentoloni, pompe, una stufa a legna e vari fornelli a gas, messi in una cantina col pavimento di terra battuta, il tutto per fare la birra e bersela”, per poi diventare un esponente di spicco del nostro panorama birrario.
La filosofia è incentrata sulla stagionalità: “in estate producevamo le birre ad alta fermentazione, in inverno quelle a bassa; non avevamo modo di controllare la temperatura della cantina, quindi questa scelta era obbligata; abbiamo deciso di proseguire in questo modo anche dopo la svolta professionale: ogni stagione una birra che utilizza ingredienti e tecniche di produzione che permettono la realizzazione, senza eccessivo dispendio energetico, della birra appropriata per la stagione imminente; un buon risparmio sulla bolletta, ed in fondo si è fatto così per secoli”, come raccontano sul sito ufficiale.
Tornando al legame con il territorio, qui gli stessi birrai seminano i propri luppoli, qui attingono alla loro fonte “dalla quale prendiamo anche l’acqua per alcune delle nostre birre”, qui in famiglia si coltivano al naturale gli agrumi del Garda che finiscono nelle loro birre stagionali. Quelle annuali “invece seguono la Reinheitsgebot (la legge tedesca che impone che la birra sia composta da acqua, cereali maltati, luppolo, lievito e nient’altro), che a noi come legge non dispiace affatto”.
Da tutto questo, vengono fuori birre che conquistano.
Vivaldi cattura il naso con il profumo dei lieviti, mentre al palato è talmente delicata da essere carezzevole ma anche tenue nella personalità.
Rossella richiama whisky torbati dello Speyside: pastosa, caramellata, profuma di carruba; monumentale.
Delle Erbe è potente all’olfatto dove evoca il miele, mentre in bocca mantiene in equilibrio i suoi sentori, abbracciati dal luppolo. Nel finale tornano sensazioni di miele, con il sorso che si ispessisce e diventa denso.
Italiani i malti d’orzo utilizzati, mentre l’aromatizzazione estrema deriva da ginepro, bergamotto del Garda e miele biologico di fiori primaverili dell’apicoltura del Sampi.
Birra Felice ha una schiuma deliziosa, agrumata e luppolata insieme, la quale risulta essere perfino più saporita della parte liquida. Buon corpo, una birra masticabile.
Delle Lucciole spande gli stessi odori di una limonaia del Garda in fiore: birra equilibrata, in cui lo speziato è un retrogusto. Molto dissetante.
Ombretta è frutto di una collaborazione con la cantina dei Fratelli Trevisani e quindi di una felice mediazione con il mondo del vino. Infatti ha intenso profumo di mosto fresco, vinoso e fiorito. Petillant come un grande brut, arriva in bocca con frutta matura e intenso apporto zuccherino, insieme a un pizzico di mielosità. Nel finale si avvertono i sentori del vino e le sue caratteristiche varietali.
Vin d’Orzo viene definita “la birra che scalda l’inverno”, riferendo del ricordo di una nonna che “beveva il caffè d’orzo con un goccio di vino, qualcun altro con la scorzetta di limone infusa”: è una “Doppelbock di orzo tostato e cedro del Garda” dalla sfavillante personalità e dalla notevole complessità organolettica, con i suoi echi che partono dal caffè per lambire il cioccolato.
A parlarci del Birrificio Felice è Giovanni Carattoni.
Info: www.birrafelice.it
Distribuzione: www.propostavini.com