San Michele in Bosco a Bologna, l’arte al belvedere
Ultimo, ma non certo per importanza, è il complesso monumentale di San Michele in Bosco. Sito in una posizione più decentrata rispetto alle altre attrazioni, ergendosi infatti su uno splendido belvedere che domina dall’alto la città, San Michele in Bosco non è mai stato valorizzato abbastanza, nonostante rappresenti un patrimonio storico-artistico di immenso pregio per Bologna.
La struttura, in parte sede del rinomato Istituto Ortopedico Rizzoli, si compone della chiesa, la cripta, il chiostro ottagonale, la biblioteca, lo Studio Putti e il refettorio – la Sala Vasari – passati sotto la gestione della Fondazione Carisbo nel 2007 ed entrati così a far parte del percorso museale Genus Bononiae.
I primi mattoni della Chiesa vennero assemblati in epoca medioevale, ma è soltanto nel primo ventennio del XVI secolo che essa assunse l’attuale fisionomia rinascimentale, impreziosita dalla permanenza di elementi romanici e barocchi, grazie all’opera di costruzione impartita dai monaci Olivetani, presenti sul territorio sin dal 1364.
Il progetto di riedificazione della Chiesa divenne occasione per commissionare numerosi dipinti ad artisti di grande fama, tra cui Innocenzo da Imola, il Bagnacavallo, Biagio Pupini, Girolamo da Cotignola e Giorgio Vasari, autore delle tre tavole nel refettorio raffiguranti Cristo in casa di Marta, la Cena di San Gregorio e Abramo nella valle di Mambre.
Nei decenni successivi vennero costruiti il dormitorio, la Biblioteca Putti, custode del libro di anatomia più antico al mondo, la foresteria e il chiostro ottagonale, quest’ultimi affrescati da Ludovico Carracci. Racchiuso nel verde dei colli bolognesi, San Michele in Bosco offre una vista privilegiata di Bologna ed è spesso meta di pittori e fotografi, intenti a catturare le suggestioni del panorama.
Info: www.genusbononiae.it