Paltrinieri, da Sorbara (MO) il Lambrusco rigorosamente “ben fatto”
Scordatevi beva elementare, spume ridondanti, colore rosso sgargiante o purpureo nel bicchiere: il Lambrusco della cantina Paltrinieri parla della sua terra con rigore contadino, dando vita a bollicine che vanno meditate con la testa prima di accarezzarle con il palato.
La terra in questione è quella eletta di Sorbara, in provincia di Modena, ormai la più celebrata per la produzione di questo vino mai abbastanza osannato, soprattutto quando a firmarlo è Paltrinieri con il suo stile unico: colori scarichi, spuma fine e perlage delicato, caratteristiche organolettiche spiazzanti che aprono nuove vie del gusto per il Lambrusco.
Non potrebbe essere altrimenti per questa azienda agricola a conduzione familiare che si presenta agli utenti del suo sito anteponendo la Letteratura all’immagine di filari e bottiglie; parliamo di vera espressione narrativa, quella di Charles Péguy, autore francese vissuto brevemente a cavallo tra ’800 e ’900, capace di fare affiorare vibranti raffigurazioni come nel passo riportato nella home page di Paltrinieri: “un tempo gli operai non erano servi. Lavoravano. Coltivavano un onore, assoluto, come si addice ad un onore. La gamba di una sedia doveva essere ben fatta…Non occorreva che fosse ben fatta per il salario, o in modo proporzionale al salario. Non doveva essere ben fatta per il padrone, né per gli intenditori, né per i clienti del padrone. Doveva essere ben fatta in sé, nella sua stessa natura”.
Una filosofia di vita e lavoro che la famiglia Paltrinieri ha fatto propria, con lo stesso ostinato rigore che ha segnato la vita tumultuosa dello scrittore citato: “la soddisfazione e la passione per il nostro lavoro deriva dalla cura che tutto sia ben fatto in virtù di quell’onore di cui parla Peguy” notano Alberto e Barbara.
L’amore dei Paltrinieri per il Lambrusco di Sorbara e la loro curiosità intellettuale sono tali da averli spinti a indagare tutte le possibili sfumature enoiche delle uve di provenienza, declinandole in vini che sono molto più di semplici variazioni sul tema.
Partendo dalla base più tradizionale, l’espressione in purezza del Lambrusco di Sorbara si ha in tre vini secchi frizzanti. Il Radice, rifermentato in bottiglia, dal particolare magnifico colore descritto come “rosa salmone” ma che nel bicchiere può assumere sfumature aranciate, rivela un perlage microscopico quanto compatto, veicolando al naso profumi di mosto fresco, mentre il sorso è carico di acidità ma anche del sensibile apporto dei lieviti. Leclisse, vinificato con metodo Charmat, mantiene la singolarità di un aspetto “rosa tenue”, trasportando il palato in pieno sottobosco. Sant’Agata, ancora uno Charmat, invece sfodera un rosso convinto e splendente, vellicando l’olfatto con gradevolissime susine rosse, mentre in bocca le sensazioni parlano di ribes: originale la sua nota amaricante, associata a un ricordo erbaceo.
La sperimentazione, convincente, approda al Grosso, “Spumante di Qualità Rosso brut Metodo Classico”, circa trenta mesi sui lieviti, Lambrusco di Sorbara ancora in purezza che si manifesta con un bouquet floreale, per poi giocare sulle papille tra delicata freschezza e memoria tanninica.
LaRiserva invece è uno Spumante brut in rosato, metodo Charmat, dal sublime profumo di campo di papaveri rossi, intenso e inebriante, mentre il sorso è denso, materico, con una pulizia che alimenta una notevole beva.
Il blend in rosso della casa è composto da 70% Sorbara e 30% Salamino: lo si trova nel Piria, in cui si ripresentano il granato più intenso e i frutti di bosco.
Altro blend è il Bianco dell’Emilia I.G.T. frizzante, composto alla pari da Sorbara vinificato in bianco e Trebbiano: ti attira con la sua essenza di gelsomino, conquistandoti subito con un approccio abboccato che vira in composta di frutta a polpa bianca, lasciando emergere pian piano un tocco minerale.
Fuori dagli schemi, in tutti i sensi, un Lambrusco ma questa volta il Salamino, in purezza, nel vino chiamato Solco: splendido il suo cromatismo vermiglio tendente al purpureo, suadente la spuma evanescente fitta ma non molto persistente, ammaliante l’impronta abboccata; tutto confluisce in una beva deliziosa, dalla forte evocazione vinosa contadina.
A descriverci questo Lambrusco “altamente riconoscibile” è Alberto Paltrinieri.
Info: cantinapaltrinieri.it
Distribuzione: www.propostavini.com