Spiaggia del Gelsomineto nel siracusano, bella ma cara e mal gestita
Era un paradiso quasi nascosto, sulla costa siracusana tra Cassibile e Avola: poi, complice qualche articolo di quelli che cercano continuamente luoghi da scoprire, si è scatenato il passaparola, così adesso la Spiaggia del Gelsomineto è diventata affollatissima e vittima di tutti i guasti del turismo di massa, complice una gestione a dir poco allarmante.
Bella lo è sempre, questa spiaggia, ma nel periodo di cosiddetta alta stagione diventa un luogo deludente e da evitare per chi cerca pace, civiltà e pulizia, come testimoniano i sempre più numerosi commenti negativi che si leggono in rete su questo luogo.
Il primo aspetto urticante è la cifra richiesta per accedere con l’auto e parcheggiare all’interno dell’area verde che cinge la spiaggia: a noi è capitato di pagare 12 Euro negli scorsi anni e 15 Euro quest’anno, ma in diversi in Rete denunciano di avere dovuto sborsare anche 20 Euro, mentre dopo le 14 il costo si dimezza.
Pure chi apprezza la spiaggia giudica “il costo del parcheggio eccessivo e ingiustificato”, spingendosi a parlare di “una vera rapina”.
Questo spinge tanti a parcheggiare in qualche viuzza sterrata ad alcuni minuti di cammino a piedi dalla spiaggia: si tratta di parcheggi non consentiti, con il rischio quindi di ritrovarsi qualche multa sul cruscotto (è accaduto) o, peggio ancora, di incappare in minacciosi posteggiatori abusivi.
Le lamentele proseguono segnalando la sporcizia diffusa della spiaggia e della zona circostante, con forte indignazione da parte delle famiglie preoccupate per i bambini che vengono a contatto con mozziconi di sigarette e immondizia di ogni tipo, come in questa segnalazione: “la stradina d’accesso alla spiaggia è letteralmente tappezzata da rifiuti di ogni genere: lattine, bottiglie d’acqua, carte, cocci di vetro, ecc. Possibile che non ci sia nessuno che si prenda cura del decoro di questo luogo bellissimo?”.
A essere più severamente stigmatizzato però è che ci sono “barbecue in ogni angolo della pineta, anche se esiste un divieto”.
Lo si legge in effetti chiaramente scritto a lettere cubitali su vari cartelli sparsi nella pineta, insieme al divieto di campeggio.
Eppure, malgrado i divieti, tante sono le testimonianze che vanno in direzione contraria: “non ci sono controlli e ognuno fa quello che vuole e il 31 agosto ho potuto contare la bellezza di 12 barbecue (uno dei quali sotto il cartello che diceva che erano vietati campeggio e barbecue)”; “all’ingresso no barbecue e no camping… ti stupisce una volta entrati l’odore di carne arrostita al barbecue e intorno simpatiche famiglie campeggianti. Pagherei volentieri 20 euro per stare in quel paradiso ma con una sorveglianza attenta ai cafoni e ad una professionalità che è inesistente!!”: o ancora: “c’è un divieto di campeggio e barbecue assolutamente non rispettato, ho avuto modo di parlare con gente che campeggiava da giorni li e che a pranzo ha acceso il barbecue”.
Anche noi abbiamo visto una serie infinita di bivacchi in pineta, per i quali abbiamo chiesto spiegazioni al responsabile del parcheggio presente all’ingresso, il quale ha risposto candidamente: “consentiamo che si accenda qualche piccolo fuoco sotto le griglie, ma che sia controllato, roba da poco…”. Risposta sconcertante. Il cartello non fa riferimento all’estensione del fuoco, non dice che sono vietati soltanto i barbecue di grandi dimensioni, ma tutte le grigliate. Pertanto i custodi del Gelsomineto consentono la trasgressione delle regole che invece dovrebbero fare rispettare. L’amministrazione locale che ha concesso loro la gestione del posto, è al corrente di tutto ciò? Omette i controlli o è consenziente rispetto a questo tipo di conduzione?
La sensazione è che si permetta qualsiasi cosa pur di fare cassa, a discapito della tutela della bellezza naturale del luogo e del suo decoro: la Sicilia non ci fa una bella figura con i turisti, offrendo una simile amministrazione di un bene pubblico.
Questa ansia di lucrare sui turisti e di guadagnare a ogni costo, è stata notata da più persone, come chi ha scritto che “la spiaggia a metà mattinata è diventata impraticabile, nonostante fossimo già come le sardine continuavano a far entrare gente (15 euro a macchina fanno sempre comodo)”.
Si rischia così di compromettere la salubrità del luogo e il suo appeal. Nel suggestivo angolo in cui c’è la confluenza del fiume, in tanti scappavano via a causa di una puzza che sembrava di origine chimica.
Ci si chiede ancora dove siano le istituzioni competenti: gli enti pubblici vigilano sulla gestione del luogo? Sono attenti all’uso che si fa della cosa pubblica? Sembra proprio di no.
Intanto però monta la rabbia di chi vorrebbe vedere più rispettato questo luogo incantevole, come il turista romano che sibila di essersi sentito “derubato” pagando una cifra molto alta “per servizi che non ci sono”, con un auspicio che suona da triste presagio per il futuro della spiaggia: “spero che la gente cominci a boicottare la località che merita 5 stelle, ma chi gestisce non può approfittare di ciò”, perché “il semplice rilascio di una ricevuta e un sacchetto per la mondezza non è giustificabile”, allegando le ricevute.
Basterebbe poco per riportare tutto allo splendore che merita: competenza, amore e rispetto da parte chi gestisce il posto, un maggiore sforzo di civiltà da chi ne fruisce, nonché una presenza significativa delle istituzioni locali, con controlli severi che siano garanzia per cittadini e turisti.