Torre Uluzzo sulla costa del Salento, nel Parco di Porto Selvaggio (Nardò)
Svetta imperiosa laddove si tuffa a mare la costa che rientra nel Parco naturale regionale Porto Selvaggio e Palude del Capitano, nel territorio del comune di Nardò, in provincia di Lecce: è la Torre Uluzzo che svetta lì dal ’500.
E’ testimonianza di un fenomeno socio-architettonico molto diffuso nel Salento, quelle delle torri di avvistamento che fu necessario erigere per individuare prontamente gli sbarchi di popoli ostili, attratti già da allora dalle meraviglie di questi luoghi.
Torri che sono disseminate in tutto il territorio salentino, in entrambe le coste, la ionica come l’adriatica, con il primato della provincia di Lecce su quelle di Taranto e Brindisi.
Diversi i motivi di fascino di queste strutture.
Certamente l’imponenza, per quanto inficiata dalle serie offese del tempo e dei nemici che hanno fatto crollare parte delle edificazioni.
Ma anche quando sono ridotte a ruderi, le torri non mancano di esercitare il loro fascino, come se trasmettessero memoria del proprio vissuto, il pathos di essere simulacri difensivi in cui si viveva la tensione di un possibile attacco.
Tutto questo tuttavia avveniva con lo sguardo lanciato su panorami di sconvolgente bellezza che non smettono mai di incantare.
Peccato quindi vedere Torre Uluzzo in stato di abbandono, come si legge perfino sul pannello posto lì a uso di turisti e appassionati di cultura, il quale però, ironia delle sorta, è stato divelto e quindi a sua volta giace mestamente per terra, come se metaforicamente volesse confermare il disinteresse istituzionale verso l’edificio.
E’ sempre il pannello a informare che l’area in questione è ritenuta “uno dei distretti più importanti della preistoria italiana”, nel quale sono stati rinvenuti “siti di eccezionale importanza”, con tracce antropiche che risalgono a trentacinquemila anni fa.
Si fa anche notare la caratteristica presenza di molte grotte, dovute alla natura carsica del terreno, anfratti che rappresentano generosi dispensatori di reperti.
E’ su questo patrimonio che si adagia Torre Uluzzo, dall’alto dei suoi trentadue metri sul livello del mare, con le pietre irregolari e il ricordo di quando essa rientrava tra le torri del Regno, vedetta difensiva agibile già nel 1569 e attiva presumibilmente fino al XVIII secolo.
A futura e presente memoria, ecco di seguito la documentazione video dell’arcana bellezza di Torre Uluzzo.