Cheese, i formaggi più buoni scoperti quest’anno
A pochi giorni dalla chiusura di Cheese, kermesse sui formaggi organizzata a Bra da Slow Food, rimangono impressi profumi e narrazioni.
Successo per i nuovi Presidi italiani.
Ha trionfato il Trentingrana di alpeggio, dalle valli di Sole e di Primiero (Trento): già a metà manifestazione era esaurito, con la sua consistenza amabilmente sabbiosa e la pizzicante solvibilità.
Il primato organolettico va invece al neonato presidio del Pecorino a latte crudo della Maremma, dovuto alla tenacia della produttrice Angela Saba: stupendo il sapore netto di fiori interi con tutta la corolla, unito a una ben speziata amabilità butirrica.
Tra i presidi esteri, hanno brillato quelli provenienti dal Nord Europa.
Irresistibile il britannico Cheddar artigianale del Somerset che esplode di fragranza burrosa, con note balsamiche e retrogusto di nocciola.
Un classico lo Stichelton a latte crudo, sempre dal Regno Unito, con le sue muffe eleganti il cui carattere zuccherino vira rapidamente all’amaricante nel volgere di pochi morsi, irretendo con la soave granulosità della crosta.
Colpisce già lo sguardo il norvegese Geitost artigianale del fiordo di Sogneil che si presenta come una mattonella dal colore bruno, frutto della cristallizzazione del lattosio: caprino con aggiunta di vaccino, ha un sapore dolce che può ricordare il dulce de leche.
Stessa provenienza per il Kvit Undredal, cacio difficile, con il suo spiccato sentore di torbato, insieme a echi di cantina, mentre in bocca si sentono il pascolo e la linfa.
La storia più emozionante è stata invece quella del friulano Formaggio di latteria turnaria di Campolessi (Udine), esperienza di cooperativismo attuata da piccoli produttori che conferiscono latte di qualità per farne una delizia piccante e persistente.
Nel video che segue, le immagini dei formaggi più buoni provati a Cheese 2017.
Info: cheese.slowfood.it