La Piotta di Padroggi, pietra miliare del vino dell’Oltrepo Pavese
Il rapporto qualità-prezzo di questa azienda ha del miracoloso, come la bontà dei loro prodotti. Ma è inutile riempirli di tutti i complimenti che meritano: i titolari dell’Azienda Agricola Padroggi Luigi e Figli sono persone schive, dedite al lavoro e concentrate sulla qualità di ciò che fanno, quindi non badano alla chiacchiere, giustamente.
Allora veniamo ai fatti. Straordinari vini territoriali coltivati “nel cuore dell’Oltrepo, a Montalto Pavese in una zona particolarmente vocata alla produzione di vini pregiati”.
La linea di produzione dei vini l’hanno chiamata La Piotta, nome che deriva “con ogni probabilità, dagli insediamenti piemontesi del luogo (la zona era una provincia del Piemonte) iniziati già a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, e significa pietra, di cui il suolo è ricco. Sulle vecchie carte è poi riportato il nome originale Piota al quale è stata dedicata la linea di maggior pregio della nostra Azienda, la cui produzione è limitata alle annate migliori”.
Confermiamo il valore pregiato della citata linea Piota che contempla soprattutto vini da vendemmie tardive, uno più strepitoso dell’altro, tra cui Riesling, Bonarda, Pinot Nero, tutti in purezza, in cui mastichi il succulento frutto.
Sbalorditiva poi l’intensità dell’incommensurabile Vecchio Piotta, blend di Barbera, Cabernet Sauvignon e Croatina che restituisce in bocca la potenza della terra.
Ma non c’è una sola tipologia di vino di quest’azienda che non lasci stupefatti, per la personalità, i profumi, ma soprattutto il corpo anche quando si tratta di nettari di non alta gradazione. Con squarci di poesia, come il Bârlö, vino rosso dolce fermo fatto con antichi metodi dei contadini della zona, impossibile da classificare come da dimenticare.
Ci siamo fatti raccontare questa produzione da Luca Padroggi, incontrato al Mercato dei Vini organizzato a Piacenza dalla FIVI, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.
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