Vini di terroir dalla Francia all’Etna: le scelte curiose di Luca Cuzziol
Grandi vini e uno stile. Luca Cuzziol presenta ogni anno anteprime e nuovi ingressi del suo catalogo di produttori italiani e internazionali, quest’anno ha deciso di giocare in casa, a Conegliano.
Dei suoi 125 amici clienti, non tutti in esclusiva, ne ha scelto 87 e 6 di gastronomia, presentati con Alice Paillard socia dell’azienda con Luciano Benetton.
Molta Francia, altre importanti escursioni in Germania e Austria, altri tasselli che lui spiega così. La logica è il completamento del progetto terroir. Ecco che la Lugana di Patrizia Cadore, azienda piccolina, chiude la parte vacante tra il veronese e la Franciacorta, poi Mongioia, dove si declina il moscato a 360° si aggiunge alle aree piemontesi del Roero e del Barolo in attesa della presentazione della realtà del Barbaresco prevista per il prossimo Vinitaly. Leonardo Bussoletti con il ciliegiolo di Narni rappresenta l’Umbria mentre Li Veli a pieno titolo copre la regione Puglia.
Per l’estero, Krutzler per il Burgenland in Austria e Gunderloch per la Rheinhessen in Germania.
In Francia Juchepie per l’Anjou ed Arnaud Lambert per il Saumur e a seguire Vincent Bouzerau per Meursault in Côte de Beaune con Coffinet-Duvernay per il comune di Chassagne-Montrachet.
Da ultimo De Loach per la California.
Una ricerca curiosa che ci fa scoprire sempre bottiglie intriganti. Bianchi, in crescita anche nelle prossime selezioni, Riesling e vini Mitteleuroei. Giovani, freschi, con storia.
Di Masseria Li Veli scelgo il particolare Fiano e il raro Verdeca, il rosso Susumaniello.
In Etna Pietradolce di Solicchiata con i rossi di Contrada Santo Spirito, Vigna Sant’Andrea e Vigna Barbagalli 2014, una delle migliori espressioni del vulcano. Un grande Nero d’Avola e il Perricone di Feudo Montoni a Cammarata, storica cantina (dal 1469), uno stile rigoroso dal Grillo al Cataratto, e rossi imperiosi (De Core, Lagnusa, Vrucara).
Il grande Riesling di Gunderloch e gli internazionali di Marjan Simcic, da provare tutti, come la Ribolla di Doro Princic.
Il nuovo stile nella viticoltura eroica valtellinese di Cristina Scarpellini con Scerscé: tre nebbioli (chiavennasca), Nettare, Essenza (Superiore) e Infinito, il suo Sforzato che ha un’eleganza inaudita.
Info: http://www.cuzziolgrandivini.it/
Tratto dal quotidiano Il Giorno del 27 gennaio 2018
MARCO MANGIAROTTI