Al Museo di Roma in Trastevere, in scena poesia e cultura popolare
Nel cuore della movida di uno dei quartieri più caratteristici di Roma, si possono trovare anche squarci di riflessione culturale: avviene grazie al Museo di Roma in Trastevere in Piazza Sant’Egidio, capace, con qualche pennellata poetica ed espositiva, di tratteggiare una piccola ma intensa storia moderna della Capitale.
Ha sede in un edificio storico che dal ’600 fino a dopo l’unità d’Italia fu convento delle Carmelitane scalze. Qui è nato nel 1977 come Museo del Folklore e dei poeti romaneschi, attingendo alle collezioni del Museo di Roma.
“Trasferire nella nuova sede di Trastevere i materiali più strettamente attinenti alla documentazione della vita quotidiana e delle tradizioni romane traeva le sue motivazioni dalla ideale e privilegiata connessione che era possibile instaurare fra museo e territorio” , spiega in un editoriale Maria Elisa Tittoni, dirigente dei Musei d’Arte Medievale e Moderna fino al settembre 2011.
“Trastevere, infatti, per le sue peculiari caratteristiche poteva essere considerato il rione romano dove fosse possibile ancora rintracciare frammenti e stimoli della cultura popolare”.
E’ alla fine degli anni novanta che la struttura assume la denominazione odierna, quando “venne riproposta una nuova e più aderente ai tempi sistemazione dei materiali dello Studio Trilussa da tempo confluiti insieme al suo archivio al Museo costituendo una preziosa testimonianza della produzione letteraria in dialetto romanesco e di uno dei suoi più celebri interpreti”.
Peculiarità dell’allestimento sono le cosiddette Scene Romane, “scenografie riproducenti a grandezza naturale aspetti della vita popolare romana del primo Ottocento”…
… testimoniando “con la commistione di pezzi autentici e oggetti confezionati ad hoc, un modo di esporre la cultura popolare tipica dei primi decenni del ‘900”.
Le tre Scene Romane più antiche, Osteria, Saltarello e Scrivano pubblico, sono state esposte per la prima volta nel 1930. In seguito ne vennero realizzate altre da Orazio Amato, le Scene dei pifferai, del carro a vino, della portantina e della farmacia, “costruite con tutti i mezzi e gli accorgimenti scenografici necessari per creare la illusione della realtà”.
Al ritratto di questo scorcio di storia romana, concorrono acquerelli, dipinti, incisioni, rappresentando usi e costumi, feste e tradizioni.
La Poesia acquista centralità nella Stanza di Trilussa, condensato dell’universo del vate della romanità espresso attraverso videoinstallazioni, oggetti, fotografie, lettere, cartoline, giornali, disegni e filmati.
Il Museo ospita anche mostre, spettacoli e convegni.
Negli ultimi anni si è accreditato soprattutto come una delle più importanti sedi di esposizioni fotografiche in città, sempre di notevole interesse, in alcuni casi baciate da grande successo di pubblico.
Se si vuole davvero comprendere quali siano le radici popolari della Roma moderna, è inevitabile visitare questo delizioso museo.
Info: www.museodiromaintrastevere.it