Boschera, vino autoctono da rarissima uva trevigiana salvata da Zanon
Dobbiamo essere grati per due ragioni al vignaiolo Eros Zanon: per avere salvato un pezzo importante della cultura e della biodiversità del suo territorio, nonché per averci donato uno dei vini più godibili d’Italia. Tutto si riassume nella Boschera, vitigno identitario della provincia di Treviso tradotto in un magnifico vino omonimo.
Tutto inizia nel 2012, quando Zanon inizia “a vinificare il vitigno Boschera, presente solo in 6/7 ettari nell’alto Trevigiano, nel comune di Fregona”, con l’obiettivo “di ridare splendore a un’uva quasi dimenticata”.
Nella pubblicazione Vecchi Vitigni del Veneto realizzata dall’Azienda Regionale Veneto Agricoltura si ricorda che “nella Ampelografia Generale della provincia di Treviso del 1870 la Boschera viene segnalata coltivata da tempo antico nelle zone di Conegliano e Vittorio Veneto. […] è inserita tra le varietà idonee alla coltivazione per la provincia di Treviso, limitatamente all’area D.O.C. Colli di Conegliano – Torchiato di Fregona […] . A Monfumo veniva chiamata uva del prete” (http://www.venetoagricoltura.org/upload/pubblicazioni/Vecchi%20Vitigni%20completo%20E66.pdf).
La Boschera di Zanon è vinificata “in maniera da far risaltare le caratteristiche varietali, senza ausilio di lieviti selezionati, con macerazione delle bucce, senza chiarificanti, non filtrato”, quindi rifermentato naturalmente in bottiglia, con un’opalescenza “data dai lieviti indigeni in sospensione”.
Intenso il bouquet floreale che ti accoglie, intriso della fragranza del lievito naturale, mentre al palato ti sorprende con un sentore di nespola.
L’acidità è suadente, la freschezza irresistibile, rendendo golosa la beva, mentre un prolungato tocco speziato ti conquista definitivamente.
Materico, sa di terra e di cielo.
Ecco come Zanon racconta questo suo encomiabile progetto agricolo e il grande vino che ne scaturisce.