Musma, Museo della Scultura Contemporanea incastonato nei Sassi di Matera
Un magma creativo che dalle viscere della terra risale alla superficie incandescente dell’emozione, per poi tornare a farsi materia ipogea: non si riesce a immaginare simbolismo espositivo più pertinente seduzione di quello espresso dal Musma di Matera, il Museo della Scultura Contemporanea incastonato nei Sassi di Matera, dove la materia che compone le opere è in piena osmosi con quella dei locali ospitanti.
Soprattutto quando la forma scultorea prende vita da pietre e metalli, le stanze mutano in esposizione endemica, in opera totale inevitabile, contrappunto wagneriano sulle infinite possibilità di meraviglia di un WorTonDrama che alla musica e al verbo sostituisce la Natura sottesa e la creatività esplosa.
Lo sintetizza bene il sito della struttura quando parla di “unico museo in grotta al mondo, dove si sperimenta una perfetta simbiosi tra le sculture e alcuni tra i più caratteristici luoghi scolpiti nei Sassi di Matera”, facendo riferimento alle aree del Musma che più irretiscono, “gli ampi ipogei scavati, dove la vasta collezione di opere d’arte viene rigenerata dalla forza degli ambienti rupestri”, in cui “il visitatore può quindi sperimentare un’integrazione ideale, di intenso impatto emotivo, tra gli ambienti secolari cavati dall’uomo e la scultura contemporanea”.
Impatto emotivo pronto a deflagrare a ogni passo compiuto nella labirintica suddivisione dell’esposizione che si incunea nelle vene litiche del Sasso Caveoso.
Le monumentali sporgenze delle rocce divengono come quinte teatrali che celano l’improvvisa apparizione delle sculture, scegliendo tempi perfetti per farsi epifania dell’imprevisto.
Geometria chiama geometria…
… slancio segue slancio…
… cavità si prolunga in altra cavità…
… spirale innesca spirale…
… ogni opera si innerva nello spazio e lo completa, come se lo avesse cercato da sempre prima di farne l’eterna dimora innanzi allo sguardo del visitatore.
Dal Musma ricordano come “l’idea di utilizzare le suggestive ambientazioni rupestri come sale espositive per mostre di scultura ha radici lontane”, poiché esso è “la stabilizzazione dalla pluriennale esperienza delle Grandi Mostre nei Sassi di Matera, organizzate sin dal 1978 dal Circolo La Scaletta e curate da Giuseppe Appella con il supporto, di volta in volta, di storici dell’arte internazionalmente noti”.
La riemersione del percorso espositivo è non meno stimolante, dato che avviene nella cornice del cinquecentesco Palazzo Pomarici, esteso su tre livelli e definito non a caso “il Palazzo delle Cento Stanze”.
Tipica “casa palatiata“, alle “sette ampie grotte modellate nella roccia” affianca le cosiddette Sale della Caccia, “ambienti decorati con pitture murali tra cui sono leggibili ritratti, scene bucoliche e venatorie”, di una tale grazia figurativa da valere già sole la visita.
L’edificio aveva conosciuto anni di abbandono e degrado, prima di tornare all’attuale splendore grazie a “un progetto di straordinaria manutenzione e sistemazione da parte del Ministero dei Lavori Pubblici e destinato a sede della Fondazione Zétema di Matera” che lo cura con attenzione e competenza encomiabili.
L’interazione tra gli interni del palazzo e le opere esposte accende nuove sfumature sensoriali nel visitatore, come riunendo tutte le anime socio-culturali di Matera, dall’alto al basso, con ogni possibile proiezione di interpretazione intellettuale.
Tra affreschi e intonaci il sentimento artistico diviene meno selvaggio e più cerebrale, facendo emergere le forme in maniera netta, quindi ponendo in maggiore evidenza il tocco dell’artista.
Così le sagome si assolutizzano…
… e la plasticità si cristallizza nell’aria, in eterna sospensione, anche del fiato dell’osservatore.
In maniera discreta e raffinata il MUSMA riesce così nell’intento di accompagnarti lungo un’intensa illustrazione della “storia della scultura italiana e internazionale dalla fine del 1800 a oggi con un ricco corpus di opere: sculture, ceramiche, medaglie, gioielli, disegni, opere grafiche, libri d’artista”, arricchito “da una raccolta di monografie, cataloghi d’arte, testi letterari e di saggistica, fotografie originali, documenti”.
Significativo che il MUSMA venga definito anche il “museo dell’amicizia”, poiché diverse opere esposte sono frutto “dei lasciti degli eredi degli artisti in occasione delle mostre”, nonché di quelli di collezionisti, critici e gallerie.
E’ così che sfilano nomi di prestigio quali Ibram Lassaw, David Hare, Philip Pavia, Reuben Kadish, Reuben Nakian, James Rosati, Brian O’Doherty, Joel Fischer, Nino Franchina, Simon Benetton, Lorenzo Guerrini, Francesco Somaini, Nicola Carrino, Emilio Isgrò, Carlo Lorenzetti, Sebastian Matta, Gastone Novelli, Eliseo Mattiacci, Nato Frascà, Joaquin Roca-Rey, Pietro Cascella, senza dimenticare glorie territoriali come Pasquale Santoro della vicina Ferrandina.
Molto interessanti alcune digressioni, come un filmato dall’intenso taglio antropologico che indaga le ragioni private di vari testimoni afflitti, comprensibilmente, dal mal di Matera, ovvero dal condizionante amore per questa stupefacente città dell’anima…
… mentre aliti di poesia luminosa schizzano ora come impalpabili reticoli abbaglianti…
… ora come esortazione che sì, a sua volta, si scolpisce nella tua memoria.
Nota di merito per il pregevole sito Internet del Musma, da consultare come un volume, ricco di informazioni sugli artisti e di approfondimenti sull’attività della struttura, fornendo spunti di erudizione immediata ed efficace.
Nell’infinita offerta culturale di Matera, con il Musma siamo ai vertici del sublime, per questo è imprescindibile un passaggio per l’ospite dell’animo più sensibile.
Sotto, i nostri appunti visivi, riuniti in un video.
Info: http://www.musma.it/index.php