Salvetta, cantina dedita al Nosiola Biologico e al Vino Santo Trentino
L’Azienda Agricola Salvetta è uno dei mondi rurali che più ci commuovono, per il senso della dignità attribuita al lavoro e il carico della responsabilità di farsi presidio culturale, per il rispetto della tradizione e la continuità assicurata a una lunghissima storia familiare, per la capacità di conquistare il freddo mercato e i palati più sofisticati senza rinunciare minimamente al calore della poesia bucolica e alla struggente semplicità del faticoso lavoro della terra.
Un eroismo quotidiano che commuove quando si nota come tutto questo impegno sia indirizzato a un solo vitigno, la Nosiola, con una motivazione disarmante nella sua imponente e inoppugnabile evidenza: è “l’unico vitigno autoctono a bacca bianca del Trentino”.
Ecco come un agricoltore si fonde con il proprio genius loci, come un imprenditore si identifica con il terroir da cui discende, come un Uomo interpreta la vita quale missione di tutela e valorizzazione del luogo in cui è nato.
Il luogo è quella Valle del Sarca in cui la tradizione vitivinicola ha antiche origini: “qui, in un triangolo di terra racchiuso tra il fiume Sarca ed il monte Casale, si trovano i vigneti, con esposizione a sud e a 250 m. s.l.m., dell’Azienda Agricola Salvetta”, nella frazione Sarche del comune di Madruzzo, in provincia di Trento.
Il terroir è quello immerso “in un clima semi mediterraneo particolarmente favorevole alla maturazione della Nosiola”, in cui Salvetta si è impegnata “a ricostituire le condizioni pedoclimatiche del vigneto storico attraverso il ritorno ad un’agricoltura biologica certificata ICEA dal 2012”, riportando “le vigne alla coltivazione a guyot con pali in castagno: la bassa concentrazione di grappoli che la caratterizza consente una migliore maturazione delle uve grazie all’ottima esposizione”.
Da questa varietà di uve a maturazione tardiva Salvetta trae “due vini tipici di questa regione: dall’uva fresca il Nosiola e dalle uve in appassimento il Vino Santo”.
Un’intera azienda concentrata su una sola varietà di uve, per produrre soltanto due vini: la più concreta applicazione del concetto di Rigore che si possa immaginare.
La Nosiola merita questo tributo, vista la storia del suo rapporto con il Trentino, lunga diversi secoli, nonché il rapporto remoto proprio con Salvetta, poiché “si hanno informazioni certe della sua presenza nel Vigneto Rauten già dai primi dell’Ottocento (è del 1825 un Vino Santo Puro qui prodotto) dove fu coltivata anche per gran parte del Novecento”, fino alla sua reintroduzione più recente.
Non è meno lungo è il rapporto tra questo terreno e la vitivinicoltura, nonché quello dell’azienda con il terreno medesimo. Il terreno di Rauten è “storicamente dedicato alla viticoltura biologica” e “a voler andare indietro negli anni, si può risalire addirittura fino al Cinquecento”, mentre è negli anni Trenta del ’900 che avviene l’acquisizione dei terreni da parte di Dario Salvetta che così diede avvio a una lunga tradizione di famiglia che prosegue ancora oggi.
Sottolineando che “la tradizione cui si rifà l’Azienda Agricola Salvetta è quella dei terreni lavorati come una volta, in cui la mano dell’uomo, accorta ed amorevole, coltivava le vigne in attesa della maturazione dei grappoli, quella in cui si attendeva pazientemente che il vino, lasciato riposare sulle bucce, si arricchisse di profumi ed aromi”.
Questo stile antico conduce al vino Nosiola Biologico, da uve sottoposte a spremitura soffice “lasciando le bucce a contatto con il mosto per estrarre gli aromi primari della varietà”, con separazione del mosto che avviene in maniera naturale, quindi riposo in botti di acacia sui lieviti, per un affinamento che si conclude “almeno un anno e mezzo dopo la fermentazione, in bottiglia renana antica”.
L’annata 2015 si presenta con un inebriante profumo di alta pasticceria, intriso di sfumature agrumate e candite. In bocca sorprendono le note erbacee e floreali, come gelsomino e alloro, mentre per la frutta si segnala l’esotismo dello Yuzu. Nel retrogusto si fondono come in un ossimoro lo zenzero candito e talune note officinali amaricanti.
Beva fluida e non banale, corpo esile ma sinuoso, intenso carattere minerale dal tocco litico e quasi sapido. Nettare spettacolare.
Il Vino Santo aziendale deriva da una raccolta tardiva dei grappoli di Nosiola che poi “vengono lasciati riposare in zone ben areate sulle Arele, dei graticci su cui le uve appassiscono in maniera naturale per diversi mesi, fino alla pigiatura che avviene durante la settimana Santa”, mentre dalla fermentazione e dall’affinamento all’imbottigliamento trascorrono cinque anni, in cui il nettare staziona in botti di rovere e acciaio.
Nell’annata 2009 è da estasi il bouquet che richiama proustianamente il ricordo di sontuosi dolci carichi di panna e creme golose, con l’aggiunta di note floreali.
Sul palato si stagliano fichi secchi caramellati, prugne essiccate, mela cotogna, per un sorso che è sì zuccherino ma non mieloso, di bell’equilibro. Beva non impegnativa, con la sua dolcezza controllata, perfetta per ogni abbinamento sensoriale.
Ci siamo fatti raccontare questa splendida storia e tali magnifici prodotti dalla viva voce di Francesco Salvetta, nel video che segue.
Info: http://rauten.it/it/home
Distribuzione: http://www.propostavini.com/ricerca-prodotti/?q=SALVETTA+