Trattoria A Baracca du Rizzu a Ucria (ME), attenti a Ferragosto…
A Ferragosto dell’anno scorso alla Baracca du Rizzu si è perfino sfiorata la rissa, al culmine di una serie di gravissime mancanze nel servizio che hanno esasperato i malcapitati clienti, al punto che uno di essi ha tentato di aggredire fisicamente il titolare, bloccato dai camerieri.
E’ stato l’epilogo di una delle peggiori esperienze che abbiamo mai vissuto in un locale di ristorazione. Un titolare scontroso che tratta male gli avventori, clienti in certi casi incuranti delle buone maniere, camerieri sbandati e privi della più elementare organizzazione, un servizio drammaticamente scadente sotto ogni profilo: un calvario durato ore che ha funestato quella che doveva essere una tranquilla giornata di festa in famiglia.
Certamente le condizioni di partenza non erano le migliori: nel giorno di Ferragosto infatti una marea di persone, soprattutto della provincia di Catania, muove alla volta della zona di Floresta, rinomata per la qualità della carne come per quella dell’aria, la quale, essendo, decisamente più fresca, rappresenta un rifugio dalla calura estiva delle città.
Non a caso Floresta è il comune collocato più in alto in tutta la Sicilia, con un territorio che si sviluppa sui Monti Nebrodi a oltre milleduecento metri sul livello del mare: per tantissimi catanesi e non soltanto, una gita gastronomica da queste parti a Ferragosto è antica consuetudine.
Confinante con Floresta è il comune di Ucria, in cui si trova proprio la trattoria A Baracca du Rizzu, in contrada Piano Campo 147.
Per chi arriva dalla zona di Catania, è uno degli ultimi locali che si incontrano lungo una strada costellata di ristoranti rustici che in buona parte offrono la formula arrusti e mangia, la quale prevede di scegliere da un banco la carne da consumare per poi arrostirla da sé usando delle griglie collettive all’aperto.
A Baracca du Rizzu prevede invece il servizio al tavolo per tutti, ovviamente quando funziona. Così non è stato il 15 agosto del 2017.
La premessa che il locale sia stato preso d’assalto da un numero spropositato di clienti non può giustificare quanto accaduto, perché frutto probabilmente dell’ingordigia affaristica del gestore, il quale, nell’ansia di guadagnare il più possibile, ha sottovalutato l’impatto di tanta gente, soprattutto a fronte di una debolissima organizzazione professionale.
Già il primo impatto è stato tremendo.
Per le ordinazioni, ci siamo trovati in mezzo a una folla di gente con diversi componenti urlanti che tentavano di farsi strada ai danni degli altri, persone forse esasperate dall’attesa ma comunque incuranti del rispetto delle regole e delle altre persone.
La scarsa considerazione della clientela è testimoniata dalla totale mancanza di fiducia del titolare verso i suoi stessi avventori, dai quali prevede un documento di riconoscimento da lasciare in pegno, poiché si è evidentemente verificato che alcuni siano andati via senza pagare il conto: sconcertante, da qualsiasi punto di vista si giudichi un atto simile.
Una clientela magari in parte non delle più raffinate che però non può giustificare il trattamento scontroso riservatogli dal titolare, il quale ha trattato tutti in maniera scorbutica e a tratti sfottente. Se non si regge la pressione della folla, o se non si è dotati di empatia verso gli esseri umani, allora non si deve svolgere l’attività di ristorazione, perché i clienti hanno diritto sacro di essere trattati con rispetto e cortesia.
Quando è stato il nostro turno, anche noi siamo stati investiti dalla sgarbataggine del gestore: abbiamo reagito richiamandolo all’ordine e pretendendo rispetto, tanto che la nostra severità lo ha sorpreso, al punto da farlo ricomporre, costringendolo a trattarci come pretende la buona educazione e le deontologia di un ristoratore.
Le asperità caratteriali del titolare sono state confermate da qualche componente del personale, in evidente imbarazzo per la situazione vissuta dai clienti. Ritardi insopportabili nella consegna delle pietanze, errori nelle ordinazioni, continue dimenticanze negli ordini, incapacità di fronteggiare le proteste che si sono levate da tutti i tavoli.
Fino al momento in cui un cliente si è alzato dicendo di volere aggredire il titolare: a impedirglielo, un cameriere che, con una menzogna, si è spacciato per parente del gestore, assorbendo così la violenza dell’avventore esagitato. A scatenare l’ira dell’avventore aggressivo, a suo dire, è stato il sentirsi preso in giro da qualche cameriere più esperto, il quale ha avuto il pessimo atteggiamento di esibire sarcasmo e noncuranza davanti alle legittime rimostranze dei clienti.
E di aspetti per cui protestare ce ne sono stati tanti.
Dai piatti messi in tavola come puliti e che invece erano sporchi, presentando evidenti ditate…
… alla collocazione di alcuni tavoli in aree del locale non adatte a ospitare clienti, data la vicinanza soffocante dell’emissione del fumo proveniente dalle griglie che ha rischiato di intossicarci…
… fino alla totale inevitabile mancanza di professionalità di qualche componente del personale che è stato arruolato soltanto per l’occasione, per fronteggiare la folla del Ferragosto, malgrado per uno di essi si trattasse addirittura del primo giorno di lavoro della sua vita in un ristorante: ma si può fare esordire un lavoratore inesperto in una giornata così?
Altro segno di mancanza di rispetto verso i clienti.
Tra un disastro e l’altro, a tavola è arrivato del cibo.
Un antipasto con salumi e formaggi discreti ma non entusiasmanti, considerata l’eccellenza che è in grado di offrire questa zona in cui si trova decisamente di meglio.
Buone le verdure in conserva e sincero il pane casareccio.
Mediocre il vino della casa, ai limiti della potabilità.
Nella norma le portate di carne mista.
Un applauso invece, finalmente, per l’unica ricetta che valesse il viaggio, la pecora bollita: delizioso il brodetto di cottura, ottima la consistenza e la dolcezza della carne.
Un piatto, quest’ultimo, tale da fare crescere il dispiacere per ciò che questo locale potrebbe essere, se non fosse gestito così male.
Perché si trova in un contesto ambientale notevole, con di fronte un maneggio che alcuni utilizzano per una passeggiata a cavallo guidata nel dopo pranzo…
… mentre il negozio interno offre la possibilità di portare a casa prodotti caseari e di norcineria a prezzi abbordabili.
Peccato che tutto ciò venga distrutto da giornate come quella del Ferragosto 2017, e dal comportamento del titolare.
Eppure avevamo trascorso un altro Ferragosto ben più sereno nel medesimo locale, due anni prima: ma in quel caso siamo arrivati a servizio ormai quasi ultimato, quindi con poca folla da smaltire, nonché trovando un’organizzazione diversa che non esagerava con la moltiplicazione scriteriata del numero di coperti.
Anche in quel caso tuttavia l’impatto con il titolare era stato egualmente urticante e respingente, tuttavia mitigato dalla cortesia di altre persone che lavoravano nel locale e che in quell’occasione erano riuscite a gestire la situazione.
Lo scorso anno invece una persona del servizio, sinceramente affranta per i disagi che stavamo subendo, è arrivata a consigliarci di “non venire qui a Ferragosto, rischiate situazioni simili”.
La Baracca du Rizzu è un esercizio che esiste dal 1947 e che, secondo le testimonianze di vecchi clienti, un tempo era invece sinonimo di buona accoglienza e seria organizzazione.
Ma un tempo erano altre persone a gestire il locale, sebbene della medesima famiglia dell’attuale titolare: al quale quindi verrebbe da consigliare di recuperare gli insegnamenti di chi l’ha preceduto, sforzandosi di essere all’altezza di una missione nobile come la ristorazione, la quale ha l’obiettivo di donare serenità e piacere ai clienti.
Se il gestore cominciasse ad amare le persone che giungono nel suo locale e a rispettare chi con il proprio denaro gli permette di tenere in vita il ristorante, forse A Baracca du Rizzu potrebbe diventare uno dei locali più apprezzabili della provincia, mentre adesso è un posto che noi eviteremo accuratamente.
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