A Padula (SA) il curiosissimo Museo del Cognome di Michele Cartusciello, “unico al mondo”
Un tempo lo si chiedeva per ricostruire una sorta di anamnesi familiare del detentore e capire a chi appartenesse, tanti artisti lo usano da solo per definirsi come quel Ligabue che nel 2005 ha idealmente ispirato a questo tema l’album Nome e Cognome, mentre il tenero e spaesato Totò impersonando Lo smemorato di Collegno nel 1962 pretendeva che il mondo gliene assegnasse uno affinché potesse dire di avere ritrovato se stesso: sono soltanto piccoli esempi dell’immenso universo di interesse racchiuso nel tema espositivo del singolare e imperdibile Museo del Cognome ideato a gestito da Michele Cartusciello a Padula in provincia di Salerno.
Situato in Largo Municipio 8 “al piano terra di una casa del 1700, il Museo è unico al mondo nel suo genere: di stampo prevalentemente didattico, prevede, al suo interno, un percorso appositamente creato per aiutare il visitatore a muovere i primi passi nella ricerca genealogica”.
Se è la particolarità a muovere il visitatore verso il museo, subito dopo si comprende invece che ci si trova immersi in un’esperienza di rara profondità che scava nella memoria privata atavica, nel non detto del proprio passato e nell’ignoto di ciò che ha preceduto la nostra venuta al mondo, permettendo di sottoporre a verifica ciò che abbiamo sempre creduto di conoscere di noi ma senza averne la dovuta certificazione.
Si parte da un mero dato anagrafico ma ben presto ci si schiude innanzi un mondo di rivelazioni, un’indagine che pur partendo dal nostro particolare è capace di farsi epica del quotidiano, con storie minime in grado di assurgere a materia letteraria, in cui un semplice generico “come ti chiami?” può diventare il primo passo verso un nosce te ipsum complesso e stratificato.
Il progetto si basa sulla fortissima passione per tale ambito di Michele Cartusciello che si presenta come “genealogista, amante delle tradizioni e della cultura locale”, un interesse esploso nel 1984 “quando per la prima volta entrai nell’archivio comunale del mio paese, Padula”.
Sono seguiti studi per la creazione dell’albero genealogico della sua famiglia che lo hanno condotto “a frequentare archivi comunali, parrocchiali e di Stato”, fino a quando nel 2012 tutto si è concretizzato con l’apertura del Museo del Cognome.
Sei le sezioni: la prima “spiega come muovere i primi passi per poter affrontare una ricerca genealogica e ricostruire il proprio albero”, la seconda riguarda “la rappresentazione grafica del filo genealogico, la tavola degli ascendenti, l’albero genealogico e la tavola dei discendenti”, la terza consente di capire come funzionano “atti militari, atti notarili e documenti catastali”, la quarta “mostra documenti e alberi genealogici di personaggi illustri come quello di Papa Francesco, Luigi Pirandello, Robert De Niro, Silvester Stallone e tanti altri”, la quinta espone “documenti riguardanti l’emigrazione: liste di imbarco, censimenti, richieste di passaporto e così via”, la sesta mette a disposizione “una postazione internet per poter effettuare la ricerca genealogica”.
Tale ricerca “viene effettuata in maniera scrupolosa da un team di esperti, previa attenta analisi delle informazioni ricevute, presso gli archivi presenti su tutto il territorio italiano”, al termine della quale “verranno fornite copie dei documenti trovati, relazione dettagliata con dati e fonti, albero genealogico in formato GEDcom o altri formati su richiesta”.
Abbiamo provato l’esperienza ed effettivamente rappresenta un’emozione indescrivibile trovarsi davanti alla copia dell’originale di un atto secolare che ha segnato la vita di una persona a cui si vuole o si è voluto bene, magari un parente scomparso da tempo o mai conosciuto. Ogni estratto è come il titolo del sommario di un’esistenza, dalla tenerezza di un atto di nascita al romanticismo di un atto di matrimonio nel quale si può rinvenire la firma autografa di un avo.
Atti che già in sé raccontano la propria epoca, per la composizione grafica del documento come per lo stile delle firme autografe, per il suo linguaggio più o meno aulico in base alla lontananza del tempo alla divertente scoperta del cambio anche sostanziale di diversi cognomi a causa della fallace redazione manuale delle dichiarazioni.
Sembra un gioco, l’esito di una rapida ricerca in qualche sito Internet, invece richiede inchieste lunghe e dispendiose in cui occorre avere l’intuito del ricercatore, la formazione dell’archeologo, la perizia dello storico, la pazienza dell’analista, tutte qualità delle quali Cartusciello dispone, facendone un punto di riferimento internazionale.
Non sempre è la semplice curiosità a muovere la richiesta di un utente a svolgere ricerche professionali. Si può trattare della ricerca di origini nobiliari attraverso “la rielaborazione e la realizzazione di stemmi araldici e borghesi”. Oppure degli “ancestors tour”, ovvero “il sogno del viaggio alla scoperta dei luoghi d’origine” che coinvolge “coloro che hanno storie di emigrazione verso le Americhe”, i quali hanno immaginato l’Italia e il paese d’origine” soltanto grazie ai racconti dei nonni”.
Ci sono però anche urgenze più stringenti, come la richiesta della cittadinanza italiana.
Da tutto ciò si può immaginare il volume enorme di aneddoti che Cartusciello ha raccolto in questi anni nella propria memoria ma anche in alcune pubblicazioni, con abbondanza di risvolti tragicomici e a tratti romanzeschi, come quella volta che scoprì la doppia vita di un emigrante bigamo che aveva una famiglia in Italia e un’altra in Sudamerica, mentre sono sempre commoventi i ricongiungimenti di familiari che nemmeno sapevano dell’esistenza dell’altro.
Una densa materia narrativa che ha portato anche alla creazione di avvincenti tavole di fumetti che raccontano l’attività del direttore.
Il percorso di visita nel museo si snoda lungo le stanze di un edificio storico così bello da meritare la visita anche per le sue architetture, mentre tra gli scaffali appaiono reperti, memorabilia, foto antiche, cimeli, curiosità in grande quantità e di notevole fascino, tali da rendere l’allestimento una sorta di Wunderkammer, un ambiente delle meraviglie che scava nel passato in ogni direzione, acquisendo voracemente storie che vengono generosamente restituite ai visitatori in forme orali di efficace storytelling, grazie all’innegabile capacità affabulatoria del gestore, moderno aedo in grado di intrigare con ogni tranche de vie narrata, utilizzando con sapienza tanto la prossemica quanto la sintesi espositiva.
Un museo così originale e intenso che vale decisamente il viaggio nello stupendo borgo di Padula.
Info: https://museodelcognome.it/