A Scicli (RG), il Museo del Costume Mediterraneo
Museo del Costume Mediterraneo e della Cultura Materiale negli Iblei, denominazione lunga quanto la storia che racconta, quella di popoli che si sono incrociati nella culla della civiltà, dando vita a usi e costumi divenuti tradizione.
Il museo si trova nel cuore barocco di Scicli, al numero 65 della celebre via Mormino Penna, all’interno di un ex Monastero una volta annesso alla chiesa di San Michele. Allestito dall’associazione culturale L’Isola nelle sale dell’Opera Pia Carpentieri, è composto da sei sezioni che raccontano la “storia del costume negli Iblei e, più in generale, in Sicilia e nel Mediterraneo”.
Ricca l’esposizione: comprende reperti etnografici insieme a documentazione d’archivio fotografica e audiovisiva, frutto di una ricerca condotta nel territorio a partire dalla seconda metà degli anni ’90.
“Fondamentale è stato l’apporto della popolazione di riferimento che ha partecipato e collaborato alla ricerca” spiegano dall’associazione L’Isola, “dando quelle preziose informazioni che oggi fanno parte del ricco patrimonio culturale di cui il Museo dispone e che contribuiscono a formare, a pieno titolo, l’identità del territorio”.
Nella descrizione della struttura, si legge che “al Museo del Costume è stata affiancata un’unità interamente dedicata alla cucina che costituisce il primo nucleo espositivo del Museo della Cucina.
È possibile così conoscere attrezzi e strumenti del mondo della cucina, le varie fasi della lavorazione del pane, riferimenti al ciclo del grano, il rapporto con il lavoro e la vita del contadino, l’alimentazione di una volta”. Le due unità museali costituiscono il Museo del Territorio.
Davanti ai visitatori si dipanano abiti d’epoca, cappelli, accessori dell’abbigliamento, riviste e stampe di moda, caratteristici materiali da lavoro come il telaio. Una sezione è dedicata ai cosiddetti “lavori donneschi”, ovvero i manufatti e gli strumenti del lavoro femminile.
Curioso l’angolo dedicato ai tradizionali Pani di San Giuseppe.
Un museo particolarmente sentito dalla comunità locale, visto che in tanti hanno contribuito ad arricchirlo di Memoria, donando oggetti della propria tradizione familiare. Ce ne racconta la genesi la direttrice Giovanna Giallongo.
Entrando nel vivo della collezione degli abiti, scopriamo che ciascuno di essi si porta dietro un racconto, grande o piccolo: si passa così dalla imponente saga di una famiglia nobiliare testimoniata da vestiti di lusso, agli scherzetti crudeli tra parenti, come la divertente storiella del vestito da sposa tagliuzzato da una cugina invidiosa alla vigilia delle nozze…
Info: www.associazioneisola.it