Adanti, Sagrantino e vini tipici dell’Umbria da cantina storica dell’area di Montefalco
Non basta essere depositari di vitigni pregiati pregni di potenti istanze in termini di storia e sapori, bisogna anche immedesimarsi nei loro valori identitari ed esaltarli nella pratica agricola con competenza e sensibilità, esattamente come fa fin dagli anni ’70 la cantina Adanti in località Arquata nel vocatissimo territorio di Bevagna, area di Montefalco, in provincia di Perugia, culla di preziose tradizioni enoiche dell’Umbria.
Il distributore dell’azienda, la trentina Proposta Vini, acutamente sottolinea come “eleganza, bevibilità e longevità rappresentano lo stile della cantina”, poiché “cerca ed estrapola dal Sagrantino le tante e varie caratteristiche che lo contraddistinguono: questo ha permesso, anche attraverso lunghe maturazioni, di rendere questo vino un prodotto unico, in grado di evocare, nelle varie annate, lo scorrere del tempo, una sorta di memoria del territorio con sfaccettature sempre diverse”.
L’azienda nel raccontarsi fa risalire tutto al “sogno del fondatore Domenico Adanti”, mettendo in primo piano “la passione e il rispetto per la terra e i ritmi naturali uniti alla voglia di innovare tramandando i gesti sapienti della tradizione”, tutto questo “rappresentato dalla nostra selezione di uve che danno vita a vini di grande valore e qualità”.
Un sogno concretizzato negli anni ’70 del secolo scorso in seguito all’intuizione di Domenico Adanti “che decide di acquistare la villa di Arquata allo scopo di crearvi una cantina moderna puntando a una produzione di vino di alta qualità”.
La fondazione è datata 1972 e avviene “acquistando e ristrutturando un antico convento dei frati celestini circondato da vigne abbandonate, effettuando contemporaneamente il reimpianto dei vecchi vigneti e l’impianto di nuovi”.
Altro anno decisivo è il 1977, quando Domenico Adanti “propone al suo amico Alvaro Palini che all’epoca risiedeva a Parigi, dove aveva la possibilità di conoscere i grandi vini francesi dell’epoca, di occuparsi della produzione e ben presto egli diventa una figura di riferimento dell’azienda, cantiniere mitico e personaggio tra i più affascinanti del vino italiano, leggenda del Sagrantino in questo territorio”.
Il merito maggiore attribuito a Palini è di aver fatto “sbocciare la maestà di questa uva misteriosa diminuendo il prodotto delle piante e modificando le tecniche in modo da realizzare un equilibrio migliore tra frutto, tannini e acidi, un vino che dopo una lenta maturazione in botti di rovere continuava ad invecchiare elegantemente in bottiglia”.
Così l’Azienda Agricola Adanti è diventata “una delle cantine storiche dell’area Montefalco in Umbria, famosa per la produzione di vini tutelati, quali il Sagrantino e il Montefalco rosso: l’estensione della superficie dei vigneti è di 30 ettari, situati in gran parte nelle zone collinari di Arquata e di Colcimino, famose sin dall’antichità per la loro vocazione vinicola e olearia”.
La gestione oggi è nelle sapienti mani di Daniela Adanti e della figlia Stella “che continuano ancora oggi a mirare a una produzione selezionata di vini di qualità, rivolgendo costantemente la massima cura a ogni prodotto, nel rispetto del territorio e delle sue antiche tradizioni”.
Questo adottando “da sempre le norme di una viticoltura virtuosa volta a favorire l’equilibrio vegeto-produttivo del vigneto, a mantenere l’integrità dei suoli e a stimolare le difese della pianta così da ridurre il numero dei trattamenti”.
Le pratiche virtuose già eseguite hanno condotto in maniera logica ad aderire all’agricoltura biologica “con uno sguardo sempre rivolto alla sostenibilità e al rispetto per l’ambiente: l’utilizzo di energie alternative quali il fotovoltaico ci permette di essere autosufficienti per quanto riguarda il fabbisogno energetico”.
Si aggiunga anche una “particolare attenzione è rivolta alle operazioni manuali – dalla potatura alla minuziosa raccolta grappolo per grappolo – svolte esclusivamente da persone formate in azienda che conoscono ormai alla perfezione pianta per pianta”.
Tra i classici dell’azienda va citato l’Arquata Umbria Bianco sugli scaffali dal 1975, un blend di 80% Grechetto e 20% Chardonnay che fa esplodere la frutta già al naso trasferendola al palato nella forma di mela, albicocca e pesca, con una tendenza agrumata nel finale e un constante freschezza che lo rende particolarmente goloso.
Il Montefalco Grechetto consente invece di gustare in purezza questo autoctono a bacca bianca che meriterebbe ancora maggiore celebrazione: il bouquet alla consueta frutta accosta note di erbe aromatiche, mentre in bocca si codificano bergamotto, susina gialla, avocado e genziana.
Estremamente particolare sul piano organolettico, grazie all’intensità di mineralità e acidità, rivela un’interessante nota aromatica bilanciata da un tocco aspro e agrumato.
Venendo ai classici, tocca partire dal Montefalco Rosso (70% sangiovese, 15% sagrantino, 15% merlot e cabernet) e il suo tripudio di profumi di sottobosco che in bocca si traduce in mora, ciliegia, ribes nero e mirtillo. Morbido anche nel tannino, brilla per venature speziate ed erbacee.
Il Montefalco Rosso Riserva (80% sangiovese, 20% sagrantino) conferma descrittori e corredo sensoriale del precedente, rafforzando però il nerbo e la matericità del sorso, ponendosi come re della tavola ma predisposto pure per la meditazione.
Il Montefalco Sagrantino Arquata propone l’uva simbolo in purezza e sposta le emozioni sul versante selvatico fin dal bouquet, confermandolo al gusto con visciole, corbezzolo e sorbo, innestando cenni di cioccolato.
Nettare semplicemente irresistibile.
Capolavoro assoluto della casa il Montefalco Sagrantino Il Domenico (vitigno ancora in purezza) che si presenta olfattivamente con una magnifica atmosfera silvestre in cui si notano muschio e rovi, mentre il palato è segnato da gelso nero, prugna, barbabietola e cioccolato fondente.
Denso, materico, tannico, ma anche carezzevole, risalta per una sensibile impronta zuccherina.
Di incredibile armonia sensoriale, inebria con il finale persistente e tendente al liquoroso.
Un monumento del buon bere.
Il Montefalco Sagrantino Passito da più parti è considerato la migliore espressione del genere, grazie a un bouquet capace di irretire con frutta candita e screziature floreali, mentre il palato si bea con amarena sotto spirito, albicocca essiccata, mandorla tostata, fragola Candonga caramellata, fino a un tocco di dulce de leche.
C’è ancora altro da raccontare, ci pensa Alessandro Albergotti nel video seguente.
Info: https://www.cantineadanti.com/
Distribuzione: https://www.propostavini.com/produttori/produttore/adanti/