Agribirrificio Maso Alto, birre di filiera trentine bio artigianali
Punta alla massima identificazione territoriale il birrificio Maso Alto in località Masi alti di Pressano a Lavis in provincia di Trento, utilizzando gli strumenti più ecocompatibili e socialmente responsabili, come il ricorso all’agricoltura pulita, alla produzione in proprio delle materie prime, ai criteri dell’artigianalità pura.
La definizione che campeggia sul marchio è infatti Agribirrificio e la missione dichiarata sul proprio sito quella di “produrre birre di filiera, biologiche e artigianali”, in omaggio a un “legame indissolubile con la terra e con le materie prime frutto della simbiosi di stagionalità e lavoro agricolo”.
Tra i valori di questo birrificio artigianale bisogna poi aggiungere anche l’amicizia, quella scaturita dall’incontro tra Andrea Simoni e Leonardo Rizzini “che hanno individuato in un antico maso trentino situato sull’alta collina di Pressano (Lavis) il luogo in cui dare vita al loro sogno”.
Un sogno improntato a un preciso afflato etico che sposa le ragioni del rispetto della Natura con quelle della tutela della salute dei consumatori, il quale suona come un invito a rendere sempre più legata alle zone di produzione la birra artigianale italiana: per farlo Maso Alto ha scelto la strada di “coltivare nei campi di proprietà orzo e luppoli selvatici che vengono poi utilizzati nella preparazione di birre uniche, autentiche, legate al territorio”.
Non potrebbe esserci più coerente applicazione di tale filosofia della Selvatica, descritta come “una I.P.A. creata con orzo di nostra produzione, acqua del nostro pozzo e luppolo selvatico del Trentino”. Viene così spiegato l’utilizzo delle loro materie prime: “coltiviamo orzo distico biologico (varietà Concerto) nei campi di proprietà che viene successivamente maltato in Italia dalla cooperativa di produttori di orzo da birra di cui facciamo parte”, cui si aggiunge “un uso significativo di luppolo selvatico, una varietà autoctona delle colline avisane che abbiamo addomesticato e da anni coltiviamo nei dintorni del nostro birrificio agricolo”.
Annunciata da un trionfale bouquet erbaceo, si caratterizza per un sorso denso e intensamente amaricante, in cui si distinguono rosmarino, cotogna e carruba.
Questa referenza la troviamo nella categoria della Birra Biologica, insieme a Intrepida, una Golden Ale in cui al malto d’orzo “vengono aggiunti una piccola percentuale di frumento biologico e delle scorze fresche di bergamotto biologico che donano a questa birra grande freschezza e bevibilità” accentuata “dall’utilizzo di alcuni luppoli di origine americana che coltiviamo nel nostro luppoleto situato a 800 m/slm in Val di Cembra”. Qui il naso è avviluppato da profumi di fiori, mentre in bocca una zampillante freschezza aromatica veicola gelsomino, grano appena molito e una nota di asperula.
Stessa classificazione biologica per Ruspante, Pale Ale “ad alta fermentazione rifermentata in bottiglia” che “non subisce nessun processo di filtrazione né chiarifica”, in cui “i lieviti naturalmente presenti in bottiglia determinano una evoluzione del prodotto nel tempo”. Anche in questo caso il bouquet è intensamente floreale. Fresca al palato, suggerisce pera madernassa, tiglio e liquirizia.
Si prosegue con Stranger Pils, una Pilsner che mette in evidenza il luppolo e un amaro dalla connotazione classica che propone nel retrogusto frutta secca e pompelmo.
Quindi Senza Timur, Session Ipa di montagna che profuma di fichi dottati e suggestiona con sentori di kumquat (mandarino cinese), mela annurca, cacao.
Nell’altro settore della Birra Stagionale incontriamo subito la produzione più radicale, Peace&Love, una Canap-Ale maturata in anfora che rappresenta “la nostra birra da meditazione, brassata con l’utilizzo di orzo, farro, frumento e canapa di produzione propria”. In questo caso vengono utilizzati oltre all’orzo anche frumento e farro, nel tentativo “di creare una birra con tempi, modalità e materie prime tipiche di molti secoli fa”, alla base dell’idea di aggiungere la canapa “un tempo largamente diffusa e coltivata in Italia”. Infatti viene realizzata soltanto in ottobre “dopo la raccolta dei fiori di canapa”.
L’olfatto è raggiunto da sfumature erbacee, il palato da toni quasi caramellati di carruba e di cotognata, cui si aggiunge un respiro di genziana: il sorso molto pastoso è ingentilito da una spiccata acidità che ingolosisce la beva.
Altra forte produzione identitaria è quella legata al vino, come Mit Liebe Sauvignon, Italian Grape Ale brassata con aggiunta di mosto di quest’uva coltivata nei loro vigneti. E’ caratterizzata dall’aggiunta durante la fase di bollitura del mosto di Sauvignon “ricavato dalla spremitura soffice di queste uve appena vendemmiate nei campi di proprietà adiacenti al nostro agribirrificio”, infatti tale birra è realizzata soltanto in settembre in modo “da ottenere la massima espressione di qualità, freschezza e aromaticità delle uve a disposizione”.
Al naso arrivano origano fresco e luppolo in fiore, mentre troneggiano i descrittori del vitigno utilizzato, i quali al gusto vanno a mescolarsi a erbe officinali, mango e yuzu.
Da aggiungere sul versante non alcolico una convincente declinazione dell’Acqua Tonica ricavata in gran parte dai luppoli di produzione propria e aromatizzata con ginepro e genziana, creando un vero tripudio di complessità sensoriale che sfocia in appagante effluvio balsamico.
Il racconto in prima persona di questa produzione brassicola è affidato a chi la firma, Leonardo Rizzini e Andrea Simoni, nel video seguente.
Info: https://www.masoalto.com/maso-alto/