Agririggio a Lazzaro (RC), l’osteria in cui la cultura si mangia
Per avere una dimostrazione definitiva e concreta di quale sciocchezza rappresenti una frase come “con la cultura non si mangia”, bisogna vivere l’esperienza di Agririggio a Lazzaro di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria: si va per mangiare del cibo genuino e si finisce per nutrirsi soprattutto della sterminata cultura di Annunziato Riggio, il titolare che tutto sa sulla Calabria Greca, area jonica del basso reggino.
Riggio può stare delle ore a parlarti di ogni singolo ingrediente che ti porterà in tavola e del territorio da cui proviene, mettendo insieme storia e letteratura, semiotica e poesia classica, archeologia e zoologia, antropologia e leggende, scandagliando verità storiche e leggende, per approdare a sue deduzioni scientificamente da provare ma così verosimili da essere prese in seria considerazione dagli esperti, conducendo anche a qualche scoperta di vestigia antiche della zona, da lui ben conosciuta visto che si presta anche a fare da guida turistica.
A tratti appare forzata la rappresentazione enfatica di una Calabria Greca raccontata come il centro del mondo. Il culmine si raggiunge quando Riggio asserisce con una certa sicurezza che l’Odissea non è stata scritta da Omero, bensì da un antico poeta calabrese. Ci era sembrata una sua scoperta, ma nelle nostre successive ricerche abbiamo appurato che si tratta invece di una tesi del grecista Franco Mosino che Wikipedia riferisce essere stato “candidato Premio Nobel per la Letteratura nel 2013 grazie alle sue tesi sull’autore del poema epico noto come Odissea” (it.wikipedia.org), il quale vedeva “in Appa, presumibile un aedo calcidese, giunto sulla riva calabrese dello Stretto insieme agli ecisti fondatori della nuova colonia magnogreca”, colui “che compose l’Odissea per celebrare la costituzione di Reggio”. Pertanto, secondo un’altra fonte, “lo scrittore dell’Iliade e dell’Odissea non sarebbe greco ma calabrese, e Omero addirittura, qualora fosse esistito non sarebbe altro che un narratore di questi due poemi epici, un po’ come Roberto Benigni per la Divina Commedia, un semplice recitatore dell’opera e non il vero autore” (bettylafeaecomoda.forumcommunity.net).
Ma quando da qualche esuberanza di comprensibile orgoglio identitario si passa alla concretezza della tavola, il valore assoluto è incontrovertibile. Qui tutto è buono, anche perché le materie prime provengono in larga parte dal medesimo agriturismo, dalle verdure alle carni di Suino Nero di Calabria che Riggio stesso alleva.
Suino dal quale viene prodotto il Capicollo azze anca grecanico, Presidio Slow Food, la cui lavorazione “avviene partendo dalla coscia disossata, opportunamente tagliata e divisa”, ricoperta con sale marino, massaggiata quindi cosparsa “di peperoncino rosso a scaglie (to pipeddhi), semi di finocchietto selvatico (to màtharo) e pepe nero a mezza grana” (www.fondazioneslowfood.com).
Se ne ricavano nel prodotto finale dei potenti sentori di natura animale e una sapidità importante quanto i profumi condensati: viene servito affettato, accompagnato dalla lestopitta, pane azzimo tradizionale croccante e goloso.
E’ l’apertura, insieme a un piatto d’antipasti ricco per varietà e quantità, dove troneggia il Musulupu, delizioso formaggio che unisce latte ovino e caprino, come da tradizione della zona. Sincera e appagante la ricotta. Notevoli i salumi di Suino Nero calabrese, tra cui spicca un intenso salame. Tutto da accompagnare con un ottimo pane casereccio di grano saraceno.
Arricchiscono l’entrata delle fritture vegetali, come i fiori di zucca dalla ricca farcia e i “calamari dell’orto”, spiritosa definizione per gli anelli di cipolla.
Di grande consistenza le squisite tagliatelle al sugo di carni miste, da insaporire con la ricotta salata.
Il piatto più suggestivo è la Grigliata omerica, così chiamata perché la sua preparazione è tratta da un passo dell’Odissea: prevede che la carne, in cottura, venga spolverata di farina, per mantenersi più tenera. In effetti il gusto ne guadagna, sottolineando le ghiotte trame della carne di Suino Nero.
Ecco come Annunziato Riggio racconta questo suo progetto di gastronomia culturale.
Ci è dispiaciuto scoprire soltanto sul posto che alcune specialità antiche (come i cordeddi) vadano richieste in anticipo. Tale informazione non ci era stata data quando avevamo telefonato con molti giorni d’anticipo per prenotare il tavolo, comunicando proprio il desiderio di provare piatti ancestrali e chiedendo espressamente se andassero prenotati: ci è stato risposto che tanto avremmo trovato tante ricette e ci siamo fidati. Non è così. Peccato, perché sono diverse le preparazioni storiche che l’agriturismo è in grado di riproporre e ci sarebbe piaciuto conoscerle e riferirne.
Quindi consigliamo di informarsi sulle antiche ricette calabresi e chiedere espressamente ad Agririggio se sia possibile prepararle.
Info: 3450567144