Al Cantinon di Comacchio, piatti squisiti quanto la cortesia
Il virgolettato sotto il nome del locale chiarisce tutto fin dall’insegna: “antichi sapori di valle”. Questo offre Al Cantinon, una solida cucina di territorio in cui la tradizione è una cosa seria, ma non un dogma assoluto.
Perché il patron Pierpaolo Cavalieri, detto Ghibo, è un talentaccio dalla sfrenata fantasia, lasciata libera di affiorare in appositi spazi ricavati nelle trame di un menu incentrato sulla cucina tipica comacchiese.
Un segno di grande onestà intellettuale, distinguere in carta tra “piatti della tradizione” e “piatti dello chef”, sintomo di forte senso di rispetto per il cliente e di amore per la chiarezza.
Cui si unisce una gentilezza raramente riscontrata: Ghibo è pronto a fare di tutto per accontentare i capricci dei clienti, anche quando gli chiedono qualche benevola forzatura al menu o di potere magari assaggiare qualche piatto.
La gara di cortesia coinvolge la sodale Fiorella Cavalieri, anche quando si occupa della parallela attività di affittacamere del locale: è incredibile come riesca a venirti incontro per ogni esigenza, sempre con il sorriso. Grazie a Fiorella, Al Cantinon si può godere di una delle ospitalità più curate e umane d’Italia.
Mettendoci a tavola, apriamo con una specialità non sempre presente nei menu dei ristoranti comacchiesi, la Rotella di Anguilla. Vengono utilizzate anguille più piccole e quindi meno grasse: ben fritte, sono una chicca che offre un prisma sensoriale diverso dalle altre modalità di cottura di questo pesce.
Ce ne accorgiamo quando subito dopo addentiamo le Bracioline di Anguilla: meno delicate e complesse delle rotelle, ma più goduriose.
Constatata l’ottima mano di Ghibo, ci fidiamo del suo antipasto chiamato Degustazione dello Chef e facciamo bene: arriva un trionfo di freschezza, su cui svettano le canocchie al vino per la straordinaria semplicità golosa.
Stesso crostaceo protagonista di un primo piatto imperdibile, i Maccheroncini alle Canocchie, squisitezza inaudita dove l’acidità del pomodoro stuzzica i succhi dolci e i sentori marini dell’ingrediente principale.
Si chiude con un colpo di genio, un risotto che fonde tra chicchi perfettamente al dente sia l’anguilla che il paganello: un piatto strepitoso in cui le differenti intensità organolettiche dei due pesci danno vita a un sapore unico per potenza e screziature gustative.
Tutto il pasto è stato annaffiato con un vino ottimamente consigliato dal competentissimo Ghibo, il Rosa Emy, spumante rosé di uve Fortana in purezza, prodotto da Mattarelli, la più nota azienda vitivinicola del territorio. Il sorprendente ingresso è come una rosa che si schiude in bocca, assumendo subito dopo un sentore vinoso e leggermente abboccato. Perlage elegante, la spuma non si avverte alla vista ma la si percepisce al palato, rendendo cremoso il sorso. Piacevolissimo il finale che sa di cantina.
Una sfumatura che chiude il cerchio dell’esperienza perfetta, visto che il locale è ospitato proprio in “un’antica e originale cantina comacchiese”.
A spiegarci questo forte senso di identità non soltanto culinaria è proprio Ghibo, attingendo anche al suo dialetto.
Info: www.alcantinon.com